400 S. ANDREA 4. Trionfo di Jacomo Barbo, (terzine). Com. Ora cli’è piena pur la terra e adorna. Sta a p. 403 del suddetto Codice 2. Sonetti due di Jacomo Barbo. Il primo comincia : In del possibil fia tutte le scole. Il secondo Genoa ... vedrà di notte il sole, a p. 405. Mi piace di riferire alcune delle terzine del Trionfo : Hora eh’ è piena pur la terra e adorna Di lieti fiori, e più soavi Tonde Fra sassi a mover zefiro ritorna, E la cervella più non si nasconde, Ma più secura va pascendo e lieta Lungo bei rivi tenerette fronde; Divien la fera cruda mansueta E con sui dolci accenti filomena A pianger seco sua soror noti vieta, 11 Giel più m’ assicura e rasserena La mente oppressa d’ una nebbia oscura Con la stagion che d’ogni bello è piena. 0 tempo, o miei pensier saggi, o ventura Che mi guidaste a così gran diletto Che ad or in or del cor 1’ alma mi fura, Stillate, sacre muse, a l’intelletto Vostro liquor, e tu col vivo raggio Sgombra da quello, Apollo, ogni difetto. 1 dico, a caso andando un dì di maggio... Prende motivo di lodar varie belle gentildonne Veneziane, fra le quali Elisabetta Diedo, Andrianna da Pesaro, Chiara da Pesaro, Elena Pisani, Elisabetta Venicra, Manetta Legge, Cecilia Foscari, Cattaruzza Corner, Elenetta Donato, Lauretta Foscari, Girolama Veniera, Beatrice Malipiera, Isabetta Grìmana, Marina Grimana, Chiara Zustiniarij Laura Cocco, una Orio, una Caravello, una Bibiena ec. Finisce : Mostrommi ancor fra quella gran famiglia La Cocho Laura che restava adietro Gridando stolto Amor hor ti consiglia. Amor fall’ è più fragile che un vetro Poiché con queste contrastar non volse, Mosso già disse; e nel tornar indietro Quel dir più volte il mio pensier rivolse. Il Mazzuchelli non fece menzione di questo poeta 3. Lodovico Barbo figliuolo di Marco, fu de’ più distinti uomini della casa. Nacque circa il 4384. Ebbe del 4397 in Commenda il Monastero di s, Georgio in Alga, dove sta- DE ZIRADA. bili la Congregazione de’ Canonici secolari. Nel 4408 fu preposto al governo del Monastero di s. Giustina di Padova col titolo di Abbate, dove levati gli abusi introdusse una esemplare riforma, e potè fondare varii monasteri di Benedittini neri in Italia. Fu al concilio di Pisa nel 4414, poscia a quello di Costanza nel 444G. Chiamato a Pioma nel4425 vi riformò quel monastero di s. Paolo. Nel 4427-29, fu destinato a riformare anche quello di s. Georgio Maggiore di Venezia. Ebbe per ciò molte accuse, quasi che volesse impadronirsi di quel monislero. Egli si difese valorosamente appo il Doge Foscari, il quale confessando eh’ era stato male informato, prestò fede alle parole del Barbo, e venne dalla Repubblica permessa la unione bramata dal Barbo del suddetto monistero alla Congregazione di s. Giustina di Padova. Andò poi il Barbo al Concilio di Basilea; ripassò in Italia nel 4436 in cui venne incaricato con Tommaso Tommasini Paruta di visitare la diocesi di Aquileja ed altre nella Lombardia. Del 45 aprile 4437 fu promosso a Vescovo di Trevigi; e come tale passò al Concilio che da Basilea erasi trasportato in Ferrara, e da questa città a quella di Firenze nel 4439. In Trevigi introdusse gli Ingesuati, concedendo loro un monastero che era poco prima stato edificato per sacre Vergini. Trovavasi a Venezia nel 4443, quando inalatosi, e fattosi condurre nel Cenobio di san Georgio Maggiore, quivi morì a’ 49 settembre di quell’ anno. Il suo cadavere fu però trasportato nel capitolo de’ monaci di s. Giustina di Padova ove fu interrato con onorevole inscrizione. Il Barbo è registrato fra gli scrittori Veneziani, sendovi di lui. 4. Liber de initio et progressi Congregatio-nis Benedictinae s. Justinae de Padua (stampato dal p. Bernardo Pez nel 4724 e inserito nel Tomo II del Tesoro d’ Aneddoti ). 2. Formula orationis et meditationis ( stampata Romae 4606 in 46.J 3. Declai'ationes nonnullae in Regulam D. P. Benedicti prò Congregatione l'allisoletana in Hispania (impressa Fallisoleti 4595). 4. Epistolae, stanno ms. nell’ Ambrogiaua e altrove. Ho brevissimamente estratto questo articolo dalla copiosa ed erudita vita del Barbo scritta dal nostro p. Giovanni degli Agostini fScritt. Yen. T. II, p. 4-27), il quale più autori cita