S. ANDREA DE ZIRADA. » scritto in buon carattere. Sembra autografo, perchè i pentimenti, che non son molti, »sono del carattere medesimo. Mi rimproveri ella, che ne ha ben d’onde! Senza neppur ■ leggerne la prefazione feci di esso cambio di libri col p. Pellegrini bibliotecario della • Zeniana - Domenicana. Mi ricorda che trovò egli questo codice registrato in un Indice • di Codici, ch’era di A. Zeno; indicando ch’era, com’ella mi scrive, del Conte ab. Col- • lalto. Credeva, nell’atto del cambio, che il Pellegrini collocasse il codice cogli altri ir della libreria del suo Convento ; ma non la fu così. Lo vendette tosto al Cav. Jacopo » Nani, il quale, com’ella ben sa, lasciò i suoi codici alla Marciana. Anni sono feci ri-p cerca al Cav. Bettio di questo codice. Risposerai, se mal non mi sovviene, che nella ■> Marciana non passarono che i soli codici posseduti dal benemerito Cavaliere prima del > suo testamento. Cosa di esso abbia fatto il di lui figliuolo, ora defunto, noi so. La 1110- ■ glie, di casa Tiepolo, che adesso tiene stanza in Padova, potrebbe saperne il destino. » Di più non so dirle. Falt etj ut facis3 ama chi sinceramente si rafferma. » Venezia. 2 » settembre 1845. Di lei amico cordiale e obbligatissimo Michele Battagia. Aggiungerò io che una rimanenza de’Codici Naniani, non passati alla Marciana, perchè non descritti nei Cataloghi a stampa, furono varii anni dopo nelle vicende di Casa Nani venduti qua e là; e che alcuni ne vidi nel 1832 in mano del fu professore ab. D®-niele Francescani fra i quali un’Opera del suddetto Cav. Jacopo Nani intorno alla milizia marittima de’Veneziani, che ho già ricordata a p. 201. del mio Saggio di Bibliografia; ma della storia dell’Arimondo nulla mai più ho saputo. Il Codice suddetto, scrivevami in altra epoca il Battagia era di trecento facciate circa, legato in pergamena, e già apparteneva all'ab. Enrico di Collalto; e che nell’indice suaccennato vi era la seguente annotazione: Del Cav.r Arimondo fu figliuolo di Andrea q. Luigi, e morì nell’agosto del 1598. m, i . - 49 MCCCCI1I. DIE Vili APRILIS S. NOBILIS DNE IXABT DE PRIOLIS OLIM VXORIS NOBILIS MI PAVLI DE PRIOLIS DE CONFINO SNTI DMCI Questa epigrafe, giusta il genealogista Girolamo Priuli, era sopra pietra nel campo di questa Chiesa di S. Andrea dalla parte che guarda la terraferma discosta 20 piedi iirca dalla porta maggiore con lo stemma Priuli. il Palfero 1’ ha riportata nel suo Codice con molla varietà, forse perchè corrosa in parte, così : 1403 die 8 aprilis sepulchrum nob. dui N. de Priolis Popiliae et Pauli de Priolis. Io preferisco però la lezione del Priuli che della sua Casa stessa scriveva, e che per lo meno una trentina d’ anni prima del Palfero raccoglieva questa inscrizione, inoltre quel Popiliae non si saprebbe spie- gare se non se come un sopranome di questo N. ( forse Nicolò ) Prioli detto Poveglia ( che in latino Popilia chiamasi una isoletta poco di lungi da Venezia ). Ma non trovo tale sopranome dato ad individui di quella famiglia. PAOLO PRIOLI era figliuolo di Jacopo q. Boccasso q. Jacopo. Egli rimase di Pregadi del 1407, e fu eletto del 1412 a’3 di luglio ( non a’ 4 come per errore di stampa nel Sanuto p. 868 ), del Consiglio de’ Cento Sa- vii per la guerra contra Sigismondo re devoniani e d’Ungheria, che fti poi imperadore; guerra avuta dalla Repubblica nel Friuli ; la quale ridotta a buon fine, rimase il Priuli nel 1414 a’ 10 di giugno Consigliere di Venezia. — Morì circa l’anno 14i7 senza posterità, sebbene abbia avuta per moglie E-LISABETTA PRIVLI q. Pietro q. Nicolò la quale premorì al marito; come dalla detta epigrafe. (Geneal. Priuli ). Non deggio però tacere, come l’altro genealogista Barbaro