popolo « bosniaco », benché senza successo; mentre, con successo maggiore, riuscì a trasformare una parte dei croati in « greco ortodossi », poi in « serbo ortodossi », e poi in « serbi ». Così, subito dopo aver domato l’insurrezione di Kvadernik, il governo di Vienna decretò che la Chiesa « greco ortodossa » esistente nei suoi territori, si chiamasse « Serbo ortodossa ». In tutti gli atti pubblici e giudiziari i greco ortodossi, nonostante le loro proteste, dovevano essere registrati come appartenente alla religione serbo ortodossa e alla nazionalità serba. E gli ortodossi furono dalle autorità favoriti in tutti i modi ed ebbero nella gerarchia militare e amministrativa i posti migliori. I preti ortodossi rimasti, ciò nonostante, fedeli ai croati, furono sostituiti da preti serbi, e così, nelle scuole ortodosse, gl’insegnanti croati, furono sostituiti da insegnanti serbi. I serbi soggetti all’Austria avevano anche il diritto di esporre la bandiera serba e di usare la scrittura serba in tutte le relazioni con le autorità statali. Una simile concessione potrà meravigliare chi non conosce bene l’organizzazione interna del vecchio Impero austro-ungarico, ma essa corrispondende alla più genuina verità. Dopo venti anni di questa politica, si ot- - 63 -