46 S. ANDREA DE ZIRADA. ANGELO LEONINI di nobile ed antica famiglia di Tivoli, chiaro per virtù ed erudizione fu eletto vescovo Tiburtino nel 2 ottobre 1499 — Fu Vicelegalo a Bologna sen-do Pontefice Giulio II, dal quale fu traslatato all’Arcivescovado di Sassari (Turrilaaus) nella Sardegna l’anno 1509 il giorno 3 agosto — Del 1514 in tale sua qualità intervenne alla IX sessione del Concilio Ecumenico Latera-ncnse sotto Leone X. — Rinunciò alla Chiesa Turritana nell’anno stesso 1514, e dopo tre anni di vita tranquilla iu Tivoli inori del 1517 sepolto in quella Cattedrale con magnifico mausoleo e più onorifica epigrafe. (I) L’U-glielli, che ne fa menzioue ( Italia Sacra T. I. p. 1311. 4312.), si dimenticò di dire che fino dall’anno 1500 era stato inviato a Venezia Nuncio Apostolico, come dall’elenco de’Nuncii appo di noi, e da un Decreto suo riportato dal Cornaro a p. 348 del voi. VII. Eccl. Ven. il quale comincia: Angelus Leo-ninus Dei et apostolicae sedis gratia Episco-pus TyburtinuSj legatus Aposlolicus curri potestale legati de latere per universum Feritilo rum Dominimi .... Daium Fenetiis apud S. Samuelem die 43 maii 4 503 Pontificatili SS. Domini Nostri Jlexundri /1. anno II. (2) Il Coleti però nelle note mss. all'Ughelli ( Codice Marciano CLVIL classe IX de’latini) ove de'Vescovi Tiburlini supplisce al difetto deir Ughelli, sulla scorta eziandio del Cornaro; e cosi il chiarissimo prete Veneziano Giuseppe Cappelletti ne supplisce a pagine C87 - 088 - G89 del Volume sesto delle Chiese d’Italia Venezia - Anto-nelli - 4847. 8.vo Ma nessuno di questi scrittori parlò del certo tempo della venuta in Venezia del Leonini come Nuncio Apostolico, nè delle cose tra lui ed il Veneto Senato passate durante la sua legazione. Colla guida fedelissima de’preziosi Diarii inediti di Marino Sanuto procurerò di dirne alcun che. A’ 2-4 di maggio 1500 giunse in Venezia il Leonini, e andò ad alloggiare a S. Georgio Maggiore. Nel di appresso presentossi in Collegio insieme co’patrizii Girolamo Lion cavaliere, Marco Lippomano cavalierej Marco Dandolo dottore e cavaliere, Giovanni Badoer dottore, ed altri, e mostrò le sue lettere credenziali, e il Breve di papa Alessandro VI. che avealo inviato a risiedere suo Oratore in Venezia. Espose, fralle altre cose, la buona volontà del papa di ajutare la Signoria contra gl’infedeli, ma però Sua Santità insistere per riavere Pesaro, e Ili-mini, e Faenza. Agostino Barbarigo, ch’era il Doge e che ottantanni aveva, rispondeva al Nuncio attendersi all’impresa contra il Turco, ma quanto alle dette Città, saremo sempre come sempre semo stati obsequentis-sirni del papa ; ma di Rimano e Faenza son gran cosse a (¡uesti tempi. Nel 30 dicembre dell’anno stesso 4500 tornato il Nuucio in Collegio facea leggere il Breve papale che per li suoi buoni portamenti lo eleggeva legato a latere in Venezia e nel dominio; domandava esso Nuncio di andare a Padova per recare il Cappello al Cardinale Marco Cornaro, e domandava eziandio grazia per un colai fiorentino ch’era qui in prigione per ladro; e su ciò gli fu dal principe risposto: é sta preso in quarantia di appiccarlo. Instava eziandio nel 4 genn. 1500 (cioè 1501) per la liberazione di Lucio Malvezzo legato del Duca di Milano, verso una sigurtà di diecimila ducati, al che vennegli risposto che uon era ancor tempo di concedergliela. Nel gennajo 1502 (cioè 4503_,) lamentavasi in Collegio dinanzi al Doge, che la Signoria non gli aveva concessa la domanda per il transito di diecimila staja di irumenlo a beneficio delle terre del Duca Valentinó, e qui ricordava essere il pontefice obsequentissimo (1) Non so comi! si possa combinare l’epoca qui segnata della morte del Leonini jai^con quella del Sanulo. (l)laiii XIX. ail8.) adi 11 genaro i514-cioè 18 i5_/ò lettere di Roma di lorator Giostro . . . item chel Pescavo de . .. olini di Tivoli fo legalo qui per nome di papa Alexandro era morto et havia renontia i soi beneficii a uno suo nepo/e et il vescovado. Potrebbe anche essere una falsa notizia pervenuta da Roma. Vegga cui interessa per la chiesa Turritana, e se 1’ epoca MDXV1I, che è sul sepolcro del Leonini in Tivoli, è veramente quella della morte, o quella dell’ eiezione del sepolcro stesso. (2) Dal detto Decreto si rileva che del i5o3 il Palazzo del Nuncio era nella parrocchia di San Samuele; parecchi anni dopo era in quella di S. Jacopo dall’Orio, cosicché non aveva sede fissa, se non nel i585 quando lu Repubblica donò a Sisto V. il Palazzo che ultimamente i Nuncii abitavano a Sari Francesco della Vigna.