S. STEFANO DI MVRANO. 455 tempi benefattori di questo sacro luogo un Bartolomeo Negro ( di cui nell’ unito foglio A), un Gasparo Loro, un Zuanne Marinetti detto dalli due Mori ( di cui vedi 1’ epigrafe num. 40), Iseppo. Giacomo, e Francesco fratelli Dall Acqua ec. ; e ciò per mansionarie lasciate. Contribuirono poi somme annuali la Procuratia de Ultra, i nobili Corneri, i nobili Badoeri, i magnifici Zilioli, la Commissaria di Ansalo Piarin ( cui è spettante la lapide al num. 46), la Commissaria di Bartolom-tneo Tataro (del quale vedi 1’ epigrafe 47). Ricca poi era questa Chiesa di sacri arredi e di nobili paramenti. Nel Rotatorio sopraindicato 1618 avvene un Inventario, e fra questi veggo : Una veste di Ferrandina bianca. Due pezzi di Ferran-dina zala ec. Questo vocabolo equivale al Caliman, o drappo tessuto di seta e tramato di lana o di bambagia, secondo il Dizionario dell’ Alberti (5). (5). Nel leggere questo nome Ferrandina conghielturai no» forse da Ferrandina città del llegno di Napoli nella Basilicata già eretta da Ferrando o Ferdinando duca di Calabria, fosse venuta primamente quella sorta di lavoro ; e siccome da cosa nasce cosa, risovven-nemi quel truce fatto accaduto qui in Murano nel 4 548 al duca di Ferrandina, il quale brievemente narrerò colla vista eziandio di rettificare ciò clic altri disse. Il contemporaneo Agustini nel tomo II della sua cronaca, codice mio a penna, num. 2755 scrive: « Nel » detto millesimo (1548) a5 17 febraro in giorno di domenica si fece una beline super-« bissima festa sopra il campo di S. Stefano (di Venezia) di giostre e bagordi, c furono » ms. Alvise Pisani vescovo di Padova, 1’ abate Bibiena Fiorentino, et il duca di Ferran-» dina figliuolo che fu del Marchese della Tripalda (il duca nominavasi Antonio Caslriolto), » il quale è disceso per linea retta dal signor Giorgio di Scanderbech, et era valoroso » cavaliero nel gioslrare, et era amico e capitano detrimperatore Carlo V; il quale, finita » la festa sopra il Campo di S. Stefano, nella quale fecero cose maravigliose, e degne » d’ ogni illustre cavaliere^ si nel giostrare, come negli ornamenti di maschere, con trar » ovi pieni di acqua rosata e moscata alle finestre, dove vi era concorso un grandissimo » numero di gentildonne per vedere questi torneamenti, andò la sera medesima a Murati no con il vescovo di Padova Pisani, e con ms. Fantino Diedo al palazzo del podestà » eh’ era da Cà Veniero Sanguinò (Marco Venier detto Sanguinetto, per le possessioni che » in quella terra del Veronese aveva ) dove si faceva una bellissima festa, e per causa di » bavere invitato una gentildonna nominata Modesta Veniero (Modesta Michiel moglie di » Daniele Venier) a ballare venne a romore, sendo egli mascherato^ con ms. Marco Giu-» stimano e ms. Zorzi Contarmi, e non conosciuto da questi zentilhomini, di maniera » che si venne olle armi, e l’infelice duca fu ferito dal Giustiniano sopra la testa, e ca-» dette in terra, e così mezzo morto messe mano ad uno stocco, e per mala ventura » ferì nella gamba ms. Fantino Diedo suo carissimo amico a non pensando per metterse » di mezzo (cioè eh' era accorso per). 11 duca Ferrandina visse un giorno et bore 20, » che passò di questa vita, e fu sepolto in sagrestia delli padri di S. Pietro Martire di d Murano, et il Diedo da poi alquanti giorni morì ancor lui, sendogli entralo lo spasimo n nella gamba. » 1/ Ulloa a p. 272 della Vita di Carlo V. (ediz. Veneta 1375 dalla Bottega d’Aldo 4.) narra il fatto della uccisione, ma dice fu infelicemente ucciso da un servitore d'uno di quei fjentilhuomini Venetiani. Ma, se stiamo all Agustini, non fu già un servitore clic uccise il duca, bensì Marco Giustiniano uno de’ gentiluomini. Peraltro non devo tralasciar d’osservare che l’altro genealogista Girolamo Priuli ove parla delta Casa Giustiniana scrive: « Marco q. Antonio Dottore q. Polo Giustinian non principiò a gode-» re gli honori della Repubblica prima che in età di 40 anni ; perchè liavendo conve-» nato trattenersi alcuni anni fuori della patria per la morte data da un moro suo ser-» vitor al duca di Ferrandina in certa rissa fatta a Murano sopra una festa de Compa-» gni della Calza, spese la sua gioventù lontano da quella ... Le diede questo accidente » il cognome di Ferrandina più a distinzione d’altri cinque che allora erano con questo Tomo VI S8