S. ANDREA DE ZIRADA. 71 567. Antonio Morosini. p. 209. God. Mss. Ma- che debba rispondere. Siccome però quando cin). Lo Steno e V Emo poterono colla loro fu eletto stava in casa ammalato, così sol- eloquenza e destrezza ottenere intanto una tanto ai 9 del gennajo 4400 ni. v. cioè 4401 tregua per trattare in questo mezzo la pace, a stile comune, fece il solenne suo ingresso. Finalmente sendo venuto a morte a’25 no- Per tale elezione furono fatte in Venezia vembre 4400 il Doge Antonio Veniero, radu- giostre e feste splendidissime, e durarono un natosi il XLI, venne eletto Doge.; e pubbli- anno, a merito principalmente delle Arti cato al popolo nella Chiesa di S. Marco nel della Città; la quale allora, come attestano primo dicembre successivo il procuratore Mi- gli storici, era in grande abbondanza di ric- chele Steno. Egli vi fu per favore principalmen- chezze e di ubertà, e fu allora, giusto il te di Leonardo Dandolo (4). Varie Parti nell’ Sansovino, che una quantità di giovani no- interregno s'eran prese: fralle quali le più bili, messi in monte due mila ducali per interessanti sono : Che il Doge non possa uno, levarono la Compagnia detta della Cal- ricevere feudo (2) nè provigione alcuna: Che zat della quale lo stesso Sansovino e altri non possa maritare con forestieri le sue fi- fanno minuta descrizione (Ven. lib. X. p. 451. gliuole o figliuoli se non colla volontà de’ tergo 452). Il Doge ebbe complimento con Consiglieri, de’tre Capi di Quaranta, e di un sermone latino recitalo pubblicamente da quaranta dei Quaranta, e delle quattro parti Leonardo Delfino Vescovo Castellano, e Pa- del Gran Consiglio : Che non possa rispon- triarca di Alessandria, il quale stassi mano- dere ad alcuno di si, ovvero di no, se pri- scritto inedito in un Codice della Marciana, ma egli non domanda a’Consiglieri quello ma che spettava a S. Michele di Murano (5). (i) Il Cronista Magno (Cod. D XVIII. classe VII p. 34- della Marciana) dice: u De ser Michiel Sten Boxe: M. Lunardo Dandolo cav.r fu proc.r con cl serenissimo (cioè Antonio Venier) havea ancora qualche opinione che lo facessero Dose, non obstante l’era vechio et che l’avesse refucla la procuratia; et pero entrò in li 4*- Ma ne li doi primi scrutimi el scose solo balote io, se tolse del tuto zoso, et perchè cignavano (accennavano) li 4' de far ms. Alvixe Loredan, over ms. Piero Corner, o ms. Zuan Har-barigo, li qual tre havè cadauno de loro 20 balote, e non piacendo al dito ms. Lunardo alcuno di 3 diti, tolse a favorire ms. Michiel Sten che havea scoso balote 17 et parlò in suo favor et laudolo asai digando che li era mior de li altri 3. Per la qual cosa li 3 discazeteno de le balote 20, et el Sten restò adi p.° decembre a hore 23 per 2 5 de loro, fu eleto doxe de anni 69 non havea fioli era sapientissimo et molto esercitado si da mar corno da terra et subito lo publicorono et gelo mandorono a dir a caxa el qual erra mente gii (a) 11 provigione „ _ ...... Ilem che el doxe non possi ricever fendo etc. e sia azonto, ni provision alcuna. E ciò risponde al testo latino della Correzione che io tengo in esatta copia, cioè: Item addatur Cap. 78. facienti mentionem i/uod D. Dux non possit recipere pheudum, vel pheuda, censum, livellum, emphiteosim, impositum affictus aliquod in pignore vel alio simili modo, dicatur, nec provisionem. (cioè che sia aggiunto) nec provisionem alle dette parole feudo, feudi ec. Ciò serva di norma a chi volesse stare al testo Muratoriano senza ragguagliarlo cogli autografi Marciani. (3) Codice cartaceo miscellaneo num. CXXVII. classe XIV fra ¡latini: Comincia: In nomine Ihu xpi dui nri. Gaudete. Missus est Angelus. Hec duo dieta prò themate sumpsi. Finisce: Qui regnat henedictus in secula seculorum amen. Collatio facta per Reverendum in xpo prem et dn% dn$ Leonardum Delphino dei gra epm Caslell. nunc eadem gra sce sedis Alexandrin. patham. Sono due pagine e un terzo di pagina di carattere alquanto minuto, cioè la p. ig5. 196. e 197 della Miscellanea. Questo discorso nulla contiene di particolare circa la vita e le azioni di Michele Steno, non essendo che una continua citazione di passi scritturali e altri e allusione alla bontà del doge. Alcuni squarci, son questi : Cujus effeclum sentien-les egregii domini tunc Consiliarii fecerunt orari prò bono utili et grato loti civitati principe creando prò quo orantium votis annuit Dominus sua clementia de cuius quidem principis serenissimi laudibus et meritis prò laboribus eius virtute et mansuetudine non insisto cum pateant. unum tamen non obmittens de ipso posse dici quod de pontificibus in ecclesia legitur. Iste confessor domini sacratus festa pìebs cujus celebrat per orbem hodie letus meruit secreta scandere celi. Qui pius prudens humilis pudicus sobrius castus fuit et est quietus. Dico ego quod serenissimus princeps vester est confessor domini sicut pontifex sive presidens..... quod prudens humilis pudicus sobrius caslus fuit et quietus et propterea letus meruit secreta scandere celi idest altum graduvi sive excelsum vel apicem ducatus Venetiarum cujus ideo festam creationem potitus ne-