28 PARTE PRIMA. scuole ha il vecchio mondo ed il nuovo, nelle quali dimorano le greche memorie; onde i popoli boreali veggono più sovente nell’ anno il nome d’ Atene che la luce del sole. Non altro avevi, o Serbio infelice, per le che una memoria confusa de’tempi antichi, un confuso desiderio de’ tempi novelli; avevi le lue foreste e il tuo fucile, la tua bontà e il tuo coraggio, il tuo Marco e il tuo Dio. Benedetti, o ignoti guerrieri, o poveri senza nome, benedetti i patimenti che voi patiste per la patria santa: benedetto il sangue che pei lontani nipoti e pe’ lontani fratelli versaste. Di pochi di voi saprà i nomi la storia; e i nomi appena: chè i vostri vestigi impressi sull’ aride foglie della selva natia, si sono dileguali con quelle: e delle memorie della vita vostra rimangono come avanzi di cadavere laceralo, che nemmen l’occhio del fratello li può riconoscere. Ma viemeglio che i nomi vivranno ne’ figli, se piace a Dio, gli effetti del vostro valore, coni’ aria che dappertutto circonda il capo e il petto dell’ uomo, ed egli non lo crede ma vive di quella. E se non sulla polvere di questo pianeta, la qual se n’ andrà portata via tutta dal vento de’ secoli, i nomi vostri e i vostri alti e i menomi pensieri vivranno scritti con lettere inestinte negli splendori di Dio.