112 PARTE PRIMA. due lavori fecondi: la determinazione del senso che viene d’ordinario ai vocaboli dalla lor desinenza; nella qual cosa l’uso obbedisce a norme men rado violate di quel che paia: e la disposizione di tutti i vocaboli della lingua secondo 1’ ordine delle radici. Del determinare le desinenze avevano già i Francesi nelle loro sinonimie dato un saggio, e nella lingua nostra il Romani: e io que’lavori appurando, ampliai. L’altro lavoro delle radici, dalle quali si vedrà la gran selva della lingua sorgere ramosa e fiorire, gioverà a molte indagini e filosofiche e isteriche, darà la ragione di molte bellezze recondite de’grandi scrittori; e a loro stessi ignorate. E l’illirica, la cui fraternità col tedesco e col greco appar manifesta; l’illirica anch’essa potrebbe almeno per modo d’analogia l’origine delle voci latine illustrare. Il Ciampi ha toccato di questo: e a questo mirava il Grubissich, e dietro a lui l’Appendini: se non che dell’ illirico facevan essi la prima fonte di tutte le favelle europee. Non imitiamo i medici d’oggidì, che per volere recare ad unità le cause de’morbi, non fanno semplice ma scempiata la scienza. Chi tutto reca ad un solo concetto, dicesi a’giorni nostri aver fatto un sistema: ma il costringere non è stringere; e chi male unisce, avviluppa.