DALMAZIA. 105 che in quel mare di guai nuotano fortemente affannate e quasi naufraghe. A. FRARI. Il consigliere Angelo Frari ci chiama a Po-veglia, e ce l’addita come luogo della laguna opportuno a grande lazzeretto, dove raccogliere dalla via di mare i contagi, serrarli ed estinguerli. E la storia e l’esperienza egli chiama a testimoni, e ci mostra le due colonnine di marmo che rammentano il contagio del 1793 quivi spento; coll’iscrizione; Ne fodias : vita faneli contagio requiescunt. Per rendere l’avvertimento più salutarmente potente, i’avrei consigliato il senato veneto farlo tradurre in caldeo. Gli studi del Frari apparranno vie meglio dal libro che di lui tra poco attendiamo: Della peste e deW amministrazione sanitaria, lavoro di mezza la vita sua. Bene a lui s’addiceva trattare il grande argomento, a lui che presente lo conobbe, e potè nella peste di Macarsca contemplare per che gradi venga l’arcano morbo crescendo, per quali dileguandosi; studiò le forme varie e gli aneliti della morte; vide la solitudine paurosa e la più paurosa frequenza; s’aggirò tra’cadaveri ammontati e tra’vivi