DALMAZIA. 19 Vero è che con 1’ andare de’ tempi i sentimenti del popolo per la servitù scaduti dal decoro di prima, attribuiscono a Marco stesso abitudini meno severe. Que’ vanti perpetui del suo bere, sebbene rammentino la voracità de’guerrieri d’Omero, e sien lode aneli’ essi del vigor corporale, il quale resiste a ogni scossa, e vince così l’inevitabile come il volontario pericolo, e se ne fa gioco; io tengo ciò nondimeno per fermo che ne’canti più vecchi codesti vanti non fossero, ma sien giunte posteriori di forse due secoli: e più recenti ancora que’ brindisi che fanno della poesia complimento. Gli eroi degli altri popoli combattono e vincono, combattono e muoiono: 1’ eroe della Serbia, dopo superata 1’ età d’ ogni mortale guerriero, non finisce nè di ferro nò di malattia ; s’addormenta tranquillo e sereno in libero sonno. Sceglie a testimoni del suo riposo non le splendide reggie, nè corona d’ armati lucenti nel ferro e nell’ oro, ma il cielo aperto, e la verde montagna, e gli occhi d’un monaco pio. Rende gli onori funebri al suo destriero diletto, al compagno delle sue corse dolorose e delle mal rimeritate vittorie. Getta nel mare fatta in pezzi la lancia sua invitta, che mano estrania non l’abbia a profanare con opere o men giuste o meno virili.