DALMAZIA. 65 Io, che le parole dure contro me dirette non curo e non temo (perchè reputo che 1’ utile da ultimo ne sia maggiore del danno), a quelle che feriscono o paiono poter ferire la mia nazione, o la nazione che, per lungo convivere e studi e dolori comuni, tengo come mia propria; non taccio. E quella ragione che in Francia mi fece abbandonare l’onorevole ed utile cooperazione a un giornale pur perchè da esso uscì parola non amica all’ Italia ; quella ragione stessa mi conduce ora a chiedere un posto alle mie parole nel Gondoliere, chiederlo a Giuseppe Vallo, il cui pellegrino ingegno, quand’ era giovane ignoto, io lodai cordialmente, e dal quale poi gli scritti miei furono, a quanto mi si dice, con molta severità giudicati. GIUDIZI DEL GOLDONI E DEL FOSCARINI INTORNO A1 DALMATI. Il senatore nel segreto consesso de’ suoi potenti concittadini non è men largo di lodi che il poeta nel teatro affollato di Dalmati. Se non che il senatore dice cose che al povero poeta non era lecito dire: e dubita qual sia più da riprendere, se la impudente fidanza de chi rege la provincia, o la comm sonolenza de chi presiede alla repubblica.