DALMAZIA. 121 ma più ferventi e felici cultori di prima; trovai più vivamente sentite certe calamità ; che è principio a cercare i rimedii. Mi parvero segnatamente notabili le varietà del paese tante ; che, trascurate o abusate, sono sventura tremenda ; signoreggiale da provida volontà, son valido strumento di bene. Variato il terreno di montagna ignuda, di poggio ridente, di pianura, di valle, di spiaggia, d’isola, di penisola, di paduli : vicine Italia, Germania, Grecia, Turchia ; e delle razze illirica, italiana, greca, turca, ungherese, germogli; e dell’italiana, pugliesi, toscani, veneti, bergamaschi : note più o meno le lingue, slava, italiana, latina, tedesca, francese : il rito greco e il cattolico ; l’alfabeto latino , il glagolitico, il serbico: rovine romane, monete greche, opere del Sammichcli e del Tintoretto : memorie recenti di reggimento quasi popolare in Poglizze, di patrizio in Ragusa, di misto nel Monlenero, e di statuti municipali qua e là; vestigii di feudo, fittaiuoli, mezzaiuoli, coltivatori di suo : vivi ancora ambasciatori a più corti d’Europa, governatori di provincie, generali d’eserciti, soldati con al petto le insegne della Legione d’onore: il possidente in Italia, il negoziante in America e nell’ 0-riente; il marinaio guerriero di Callaro, l’umile