DALMAZIA. 95 intentati oceani e sabbie deserte. Le lingue ch’egli aveva a sentire per via, studiò tutte, e delle cose più notabili segna i nomi a piè di pagina, greci, illirici, turchi, albanesi, valacchi. E siccome ciascuna di queste note richiedeva e annotazioni e interrogazioni di molte; così ciascuna pagina del suo libro attesta la memoria ricca, il senno signore della memoria: ciascuna è fitta di fatti; e con ordine quieto passa per tutte le più lontane provin-cie del viaggiato impero, e di tutte le coso notò le somiglianze e le varietà più evidenti, e le più sottili, che non sono però le men gravi. L’ordine nell’ abondanza è dote rara; l’.abondanza congiunta alla veracità, ne’libri di viaggi, più rara. Qui trovi esaminati e gli uomini e gli avvenimenti e le cose; e le più note, dalla dovizia delle circostanze che le compisce ed illustra, ricevono novità. Le tradizioni volgari, i canti dell’umile popolo, trovano grazia negli occhi dello scienziato severo. Non pago dell’ avere inteso e veduto, interroga gli uomini più periti de’luoghi, e trae dalla viva lor voce e nuove notizie e guarentigie delle raccolte da sè. Il signor Vuco Stefanovich, uomo delle lettere serbiche altamente benemerito, fatto da me interrogare a qual libro attingere più abondanti notizie delle cose di Serbia (di questa piccola regione che fin dal principio