74 PARTE PRIMA. (Fedro liberto, che con letterata eleganza interpretava le favole inventate da altrui); non ò già che gli oppressi usassero in prima l’apologo come maschera per poter accennare impunemente qualche verità sgradita al più forte. L’apologo, così come il simbolo, erano a’ primi popoli un velo puro, da cui più pudica e più desiderabile tralu-ceva la bellezza del vero. Di questo s’accorse Dositeo Obradovich, uomo singolare, che non seppe in tutto spogliarsi d’ alcuni vecchi pregiudizi], e li confuse con le nuove massime francesi del se-col suo ; ma che nondimeno è a reputare benemerito delle lettere slave. Egli tolse le favole da Greci e Tedeschi, ma per tesservi sopra ammaestramenti accomodali appunto ai bisogni del popolo slavo per il quale scriveva. E in quel medesimo tempo Venezia vedeva un ingegno dalla natura temperato ad ogni delicato sentimento, e poi ritempralo dalla sventura, Gasparo Gozzi, con favole, con novellette, con dialoghi di schietto e sano sapore ingegnarsi d'inslillare nelle anime l’utile verità. Dal trecento in poi non conosco maniera che sia più degna d’ esser chiamata popolare, di quella dove la innocente giovialità con la mite mestizia si conciliano tanto amicamente, e la familiarità col decoro.