rimandato, ma che Egli sperava che il progetto potesse essere ripreso a suo tempo. Questa comunicazione rattristò profondamente i presenti, i quali però dovettero accettare il fatto compiuto ». Kvaternik tuttavia sperava che tutto non fosse perduto e che l’impresa potesse effettuarsi nell’agosto, come gli disse il generale Klapka. Però Kvaternik si illudeva. La situazione era cambiata, perchè era cambiato anche lo stato d’animo di Napoleone, il quale da una parte voleva indebolire l’Austria ma non distruggerla; dall’altra, voleva che gli italiani, liberati dall’Austria, si raccogliessero in una Confederazione ma non in un Regno Unito, ed infine temeva il diffondersi dello spirito rivoluzionario. Perciò Napoleone troncò ogni ulteriore appoggio ai rivoluzionari polacchi e dopo lunghe trattative con i delegati del Governo Italiano a Parigi, Gioacchino Pepoli e Nigra, aderì al trasferimento della Capitale Italiana da Torino a Firenze col Trattato di Parigi del 15 settembre 1864, ma in un annesso « Protocollo segreto » impose fra altro al Governo Italiano di non aggredire l’Austria senza preventivo accordo con lui, e di impedire energicamente ogni organizzazione an-tiaustriaca sul territorio italiano. Secondo il Diario di Kvaternik risulte- “ 37 '