TRIESTE. 141 l'anima, mentre par che le corra leggerissima sopra. Questa è proprietà della greca bellezza : e di questa contemplare abbiam di bisogno noi generazione che si strascica affaticata e pesante. Per vagheggiare tutto quant’ è spiritualmente figurato nella parola greca, vuoisi 1’ anima preparata. Poesia che fa meditare, e meditata non sembra: la più della moderna all’ incontro è studio senza pensiero. E dove quella ò lavoro, questa è fatica. Dalla poesia sciacquata eravamo datrent'anni circa caduti nell’ affaticata, altra specie di languore. Adesso anche da questo ci venghiam sollevando. 11 Somma, il quale in altri suoi saggi tendeva a coprire il pensiero di forme meno che trasparenti, nella Novella che abbellisce la Strenna di Trieste, Filippina de’ Ranfia piglia tutt’ altro andare, semplice e disinvolto. E perchè più chiaro, anche più affettuoso : che senza evidenza J^Tetto non è. Prima necessità dell’affetlo è la sincerità : nè sensi sinceri s’avvolgono in parole non franche. E con la franchezza e la chiarezza viene insieme la vera eleganza: la quale taluni pongono non in altro che nel dire le cose altrimenti. Se non che talvolta anco cercare la semplicità può essere ricercatezza : e a questo badiamo. Prima e più che l’ingegno, educhiamo il cuore; e ogni affettazione