42 PARTE PRIMA. E chi scrive la storia della Repubblica di San Marino, doveva meglio badare a quel che si narra del suo fondatore. Prima e’ si sogna che il povero tagliapietre, dalla leggenda detto mastro degli altri operai e valente in più arti, sia condannato a’ lavori sul monte : poi questo galeotto gli diventa un filosofo cristiano; perchè a questo mondo chi non è filosofo, non è uomo. La leggenda ci narra com’egli, calcatis mundi facultatibus, coelesti regi magi,s qua/n terreni» deserviit tyrannis1 ; come di Dalmazia e d’Italia e di Germania e di Francia e di Macedonia operai convennero seco; coni’ egli compativa agli oppressi, e robustissimo e dalmata vero, lavorava la notte per alleviare a’ compagni delle diverse nazioni, siccome a’ fratelli, il travaglio come lavorava ed orava, e avev’ anima che bastasse a due meriti insieme; come campò d* erbe e d’ acqua, e si cavò il letto e l’orto nel vivo masso ; come in Rimini rimase tre anni, e risalì poscia il monte; come il dalmata suo compagno Leone eletto in vescovo, egli rimase contento del diaconato e della libera solitudine; come sull’ arido scoglio, non sulla terra del vescovo Leone, crescessero per lunghi secoli la viola e l'alloro. Queste erano cose non indegne eh’ anco un filosofo le 1 Boll. IV. seti. 21.