DALMAZIA. 81 non Farsaglia e non Maratona, ma la battaglia di Cossovo; l’amo, perchè sebbene tardato ne’propri studi, sebbene angustiato dalla povertà, e sollecitato dall’ ansietà di giovare agl’ infelici fratelli, ciò non ostante sentiva il bisogno del limare i suoi scritti, del rimeditar la parola, e, quasi diletta prole, educarla; e confessava l’imperfezione del proprio stile in modo degno della serbica generosa schiettezza. Se agli scritti di lui quasi sempre l’ordine manca, e sovente la novità delle idee ; se qualche rara volta, dimentico della propria natura, egli si mette a sgarbatamente imitare le maniere affettate dell’ arte; codesti difetti compensa tutti l’inestimabile amore del bene che dalle sue pagine spira. Egli amava sinceramente l’onore della patria cara. Sinceramente amava il bene dell’umanità tutta quanta, e tutta la terra diceva sua patria, e le nazioni più chili aveva più care. E sebbene in un luogo consigli ogni fatica per fuggire la nera povertà; prima ancora che all’ industria, egli chiedeva all’ affetto la rigenerazione de’ popoli. E però negli esempi gentilmente animosi delle donne poneva grande speranza; siccome quegli che ben conosceva che la madre è maestra, l'amante è ispiratrice, la moglie è conservatrice degli alti sensi e degli abiti virtuosi. E sebbene,