DALMAZIA. ili Queslo che accenno fra Serbia e Grecia, auguro che s’avveri altresì fra Serbia e Ungheria. Delle due nazioni quella parte che vive sotto le medesime leggi, s’amino riverenti; che senza riverenza non è amore vero. Un dotto autore Unghero, il conte di Mailat, viaggiò la Dalmazia in cerca di storici documenti del dominio ungherese. In cerca di monumenti romani venne due volte l’abate Furlanetto, de’pochi che in Italia mantengano gli studi antiquari!, e conoscano di quel moltissimo che le altre nazioni per essi fanno ; le quali ora veramente son venute acquistando colla possessione del pensiero cittadinanza autorevole nell’eterna città. Ai monumenti Romani in Dalmazia poco s’è fin qui posto mente. Nell’isola di Lesina il dottor Nisiteo, raccoglitore delle cose patrie diligente, invitò il Furlanetto a co’propri occhi vedere codesti frammenti di municipali memorie, che pur si commettono con la storia di secoli varii, e di due civiltà. E il Furlanetto, come per rimeritare la pietà del buon cittadino, vincendo per amore delle antiche pietre il peso de’disagi e degli anni, raccolse da quelle lapidi la spezzata o corrosa parola, e alla più stabile impronta de’ tipi la affiderà. Al benemerito uomo dovrà la filologia latina --e*