DALMAZIA. 79 nelle radici della lingua di Serbia con quella delle lingue più colte e più famose nel mondo ; sappia ch’i’ho con piacere colto il destro sovente d’annunziare all’Italia ne’giornali di Treviso e Venezia, di Milano e Firenze le cose dalmatiche e slave; che ho empiuto delle memorie domestiche e patrie non poche, e non delle meno affettuose mie pagine ; che a persone care del mio sangue e a Dalmati ho intitolali, e non a’ grandi della terra, parecchi degli umili miei lavori : che con le pubbliche lodi, col privalo modesto consiglio, o piuttosto preghiera, con l’opera, con la spesa, con la pazienza, col tradurre e copiar di mia mano gli altrui scritti, e correggerne le bozze di stampa, con sagrifizii e dispiaceri che non ò necessario rammentare, ho aiutato quant’era da me a’patrii ingegni; che de’ Dalmati miei scrissi non solo in lingua italiana, ma in latina e in francese ed in greca; che ho sempre a’ due riti raccomandato il reciproco rispetto e l'amore fraterno, e datone l’esempio; che il far noto e al possibile onorato il nome dalmatico al di fuori non è de’ più inutili uffizii di patria carità. Sappia che oltre ad un volume non piccolo di canti serbici, da me tradotti e, se non con dottrina, con amore illustrati ; io ho in pronto due volumi di canti del popolo nostro, i quali sarebbero già usciti in