TRIESTE. 133 In sì piccolo spazio vedere rinchiuso e non costretto un concetto gigante; è lieta prova della spiritualità dell’anima umana. Qual greco tempio con l’elegante sua magnificenza può tanto? Ma il greco ingegno rinnovellato ritroverà, spero, ne’secoli ordini architettonici nuovi, convenienti alla cristiana grandezza. La quale è severa, non mesta; perchè il grande è lieto. Bel tema, più che alla pittura, alla poesia, sarebbe i templi, i palazzi, i castelli d'Italia, nido di tante memorie, di tanti esempi. Che dicono al passeggero, che al cittadino quelle moli d’orgoglio e d’umiltà, di violenza e di fede, di guerra e d’amore, belle allo sguardo, venerande o terribili nel pensiero? Nel lavoro del signor Ainmueller la cura de’ particolari eli’è grande, non nuoce all’intero, che si presenta magnifico : in quello del signor Hasem-pflug, un cimitero con neve, la sollecitudine della verità minuta toglie all’ effetto totale negli occhi miei. Quadro di coscienza, ove d’ogni atomo del piccolo spazio è cercata la ragione perchè sia così e non altrimenti. Ma la ricerca, se non la ricercatezza, apparisce: e l’angustia dello spazio restringe il pensiero. Io non dirò che a quella neve deserta, non tocca da piede umano, la qual si stende sul letto di