DALMAZIA. 101 Chi l’avesse dello al cardinale Bembo che in uno degli urli di questi a lui barbari sarebbesi sentila più gentilezza vera che nel suo canzoniere? Più omerici i canti serbici che i greci d’adesso; ne’serbici la narrazione è d’epici particolari più ricca. Apprendano le due nazioni vicine i vincoli che le stringono sacri; o scontino gli antichi odii con soprabondante misura di compassiono rispettosa e d’amore. P. A. PARAVIA. Se di scritto come domestico, e senza il nome nè della lodala nè del lodatore, fo pubblico cenno: in me volgano i critici le ire, non nel doloro modesto dell’uomo che piange sua madre. Sua madre non celebre nò per titoli nò per libri, nè per quella che tien vece di tanti titoli di celebrità, la ricchezza: ma rispettabile per l’affetto che del suo destino e di quel de’ suoi figliuoli fece uno. Parlare di sè e de’ guai propri so che a’ severi par vanità, debolezza; io per me credo men danno dir bene de’suoi, e fin anco di sè, che male d'altrui. Preziosa cosa la facoltà del ben dire, quando serve all* affetto. Difficile non è falsare 1" affetto anche vero, e trovar parole, che non l’ingrossino nè