osserva, che l’altro capo della sinistra, Mor-dini, era sempre in ottimi rapporti col Diritto. « Che schifezza! » — esclama Kvaternik (testuale). Il solo Cerutti, segretario di Stato agli Esteri, continuava ad incoraggiare Kvaternik in numerosi colloqui; Kvaternik ne segna quelli avvenuti il 6 dicembre, 7 dicembre, 8 dicembre e 11 dicembre 1864 e poi il 3 gennaio, 8 febbraio, 11 febbraio, 3 marzo, 19 marzo, 9 aprile, 28 aprile e 9 maggio 1865, ma dalle sue annotazioni si vede, che si trattava di conversazioni piuttosto teoriche, dato che Cerutti non poteva contrariare la politica del Ministero. L'abbandono improvviso della causa dei popoli oppressi produceva pessime conseguenze; gli esponenti delle varie nazionalità persero ogni fiducia nella sincerità italiana, cosicché da allora in poi si astennero completamente da ogni rapporto, anche nel 1866, quando nella guerra contro l’Austria la loro collaborazione sarebbe stata utilissima. L’unico rimasto fedele ad una politica italofila era Kvaternik, il quale su consiglio di Cerutti si stabilì alla fine del dicembre 1865 a Brescia, dove rimase fino al 15 lu- - 39 '