SAN GIOBBE. avrebbe pollilo partorire qualche disgusto col Turco ( perchè venivasi in certo modo a favorire i suoi nemici), e quindi ordinò, che la nave sia vuotata, e che il Barbaro paghi ducali mille di pena., altrimenti sia bandito per anni dieci ss 1568. aprile, si spedisce Nicolò Donato con una galea ar-mala, e due fuste del Consiglio di Dieci contro due fusle di Corsari ch'erano venule a Cliioggia = 1568. maggio. Nicolò Vafaresso prende una l'usta di Corsari con la liberazione di cenlo schiavi cristiani ss 1568. giugno, per lo timore de’ movimenti dell' armata lurohesca si elegge a Capitan Generale del Mare Girolamo Zane, con 50 governatori di galea, e Sebastiano Venier a Provveditore Generale in Corfù ss 1569. 3 febbrajo, Car- lo IX Re di Francia piglia ad imprestilo dalia Signoria ducati centomila, attesa la continuazione della guerra contra gli Ugonotti — -1569. 10 marzo sollevazione della maestranza dcll’Àrsenal per la decretata diminuzione del loro salario — 1669. p.° aprile processione solenne in Venezia per la viltoria riportata da’Francesi Cattolici sopra il principe di Condò capo degli- Ugonotti che rimase ucciso, e tulte le sue genti rotle ss 4569 47 maggio , venne a Venezia Carlo Arciduca d’Austria fratello di Massimiliano, col duca di Ferrara suo cognato; vennero incogniti e furono festeggiati secondo il solito ss 4569. 49 giugno. Fu presa parte nel Maggior Consiglio che il doge possa andar in villa per diporto tre fiate all’anno, a due giorni per fiata e che sebbene Sua Serenità sarà assente, si possa però ridurre li Consigli tutti, e che li giudici di Palazzo possano far sentenze, il che prima non si poteva per legge = 4 569. 9 settembre, fu preso in Consiglio di Pregadi di far da nuovo il Ponte di Rialto, e farlo di pietra viva, et in più bella e vaga forma, con quattro mani di botteghe sopra ; cioè due nel mezzo del Ponte, e due dalle bande = 4569. 44 settembre, martedì di notle venendo il mercordì che fu il giorno dell’ Esaltazione di Santa Croce, alle ore sei di notte, si accese il fuoco nella polvere dell’Arsenale ; fuoco orribilissimo già descritto dagli Storici e anche da me in quest’opera altrove. Furono deputati (dice l’Aguslini) molti uomini della maestranza, li quali stavano alla porta dell’Arsenale, tutti annali di picche e corazzi e non lasciavano passare se non persone alle all’uopo, ma in questo bisogno non si trovarono se non duecento di quelli della Casa, perchè erano sdegnati per lo sminuire del salario che loro fu fatto per l'innanzi, e a quesii duecento furono accresciuti due soldi al giorno per sua mercede. L'origine di cotanto incendio, non si seppe (cosa per lo più solita avvenire), malgrado il processo fatto dagli Avvogadori del Comune d’ordine del Consiglio de’ dieci. Deliberossi che non ¡stia più la- polvere in Arsenale, nè che la si faccia, nè alcuna altra robba, che facilmente apprenda il fuoco. Fu due giorni dopo, trovalo la mattina a buon’ora un cartello attaccato appresso 1' Officio deH'Avvogaria in Palazzo, e fu tolto giù dall’ Avvogadore mes. Piero da Mosto, il quale s'abbattè a passare per di là. Il cartello conteneva in sostanza questo : Vui havetc visto quello che vi è intervenuto di queste mine dell'Arsenale, e tutto per le vostre ingiustizie, e tirannie e che questo era stata una caparra di quello che doveva venire e presto. Intendami chi può, che to' intend'io. Altre provvigioni si fecero, forse anche, vista colale minaccia per la maggiore sicurezza della città = 4569. del mese di ottobre. Grandissima carestia di pane e farina in Venezia, che mai più fu la maggiore a memoria di uomini; ss grande bisbiglio per ciò del popolo; e provvigioni diverse, fralle quali, quella di mettere nelli fornichi cinquanta, e anche cento, stara di farina il giorno per fonlico a beneficio del popolo; che li sealetteri non potessero far più nè vendere bozzoladi, ma che in cambio di quelli facessero pane : e che fosser messi biscotti nelle Panaterie di S. Marco e di Rialto ec. Fuvvi poi e allora e nel 4 570 carestia di allre Vittuarie non solo in Venezia, ma fuori, sicché molli contadini nell’aprile e nel maggio venivano a Venezia per islamarsi, come potevano ss 4569. ottobre. Avendo un tale dalo ricordo, in materia del fuoco che inira venne nell’Arsenale nostro-, che il medesimo potria occorrere nejla chiesa di San Marco, ma con maggior danno, cioè che ’1 si trovasse alcuno che mettesse dei fuochi artificiati sotto confessione di detta chiesa e in tempo che il doge e la signoria si trovasse a messa, a vespro, o ad altri