840 ALLA CHIESA DI SAN GIORGIO MAGGIORE. ma sì anche, se non pittore di professione, grande intelligente di pittura e d’intaglio in legno; e la voce maestro, vicina all’altra di maestro Giacopo, credo che appoggi la mia conghiettura. La seconda che questo Giacopo (sebbene non se ne conosca il cognome) era certamente pittore alemanno; e la parola nostro delta dal Durerò me Io persuade. Il Morelli alla pag. 224 della Notizia d'opere di disegno riportava lo slesso brano della tollera del Durerò, sopra un’altra traduzione : « Vi faccio anche sapere che vi sono dei » pitlori assai migliori di maestro Giacomo » il quale è fuori ; e pure Antonio Kolb » avrebbe giurato che non vi fosse al mondo » un pittore più bravo di Giacomo. » Il Morelli ( nelle giunte inedite a penna che ho copialo alla pag. 224 della detta Notizia ) e il Vernaiza in una lettera al Morelli pur inedita in data 24 maggio 4810, tengono che qui il Durerò intenda di parlare di Jacopo Barbaro veneziano del quale per pittura o architettura si serviva Filippo di Borgogna vescovo di Utrecht dal 1515 al -1524 circa. Ma intorno a questo Jacopo Barbaro, o Jacob de Barbary o Jacob de Barbaris o (liocorno di Barberino, veggasi anche il cavaliere Lazari nella citala p. 107, la Gazette de Beatix Arts. Taris. I86i. T. XI. p. 455. art. di Emile Galichon , c finalmente J. D. Passavant. ( Le Peintre graveur. Tome III. a. 1862. p. 136) ove è detto, che il conte Filippo, Oglio naturale del duca Filippo, il buono, di Borgogna fu incaricato di una missione da Papa Giulio II. da parte del-l’imperatore Massimiliano I, e trovavasi. a Venezia nel 1506. Era accompagnato in questo viaggio da Giovanni de Mabusa che doveva per lui disegnare i principali monumenti d’Italia, e prese al suo servigio per lo stesso scopo « Jacopo Barbaro veneto » (Arcessierut sibi magnis expensis pictores » et architectos primi nominis, Jacobum » Barbarum Venetum et Joannem Malbodium » nostrae aetatis Zeuxim et Apellem. * Era dunque il Barbaro di nascita alemanno, abitante da lungo tempo in Venezia, e detto veneto ; oppure veneto di nascita ma detto alemanno perche fosse stalo lungamente in Alcmagna e Borgogna ? '4 ‘ oifa?4* 'fifio'* « ’ '-IV* • <-?>»•1V-’$ Voi. IV. p. 652. col. 2. Un. 14.15. Il primo Giovami è Varga, uomo coltissimo, ed amantissimo della lingua italiana , già possessore di una superba collezione di novellatori e di libri rari, defunto in questo mese di aprile 1861 a’ 15, in Vienna ove da molli anni s’era trasportato nel Ministero della Marina; il secondo è Giovanni Batista Baseggio, vivente, e che viva pure, altro mio distinto amico e letterato di vaglia — Cosi aveva io scritto quando ebbi notizia che il Baseggio passò all’altra vita in questo medesimo anno 1861 adi 18 agosto. Voi. IV. p. 696. col. 2. linea 19. primo — correggi — presente. Voi. IV. p. 696 434. ove del Pesanzio, Marsilio ec. relativamente all'interdetto. In una nota di alcuni processi che esistevano nelPArcbivio degli Inquisitori di Stalo l'anno 1797, nota ch’io trassi dalle Scritture del segretario Giuseppe Gradenigo, poi passata a Domenico Zoppelti, ed ora nel Museo Correr ( Codice miscellaneo mio 2978 num. 5.) veggo sotto l’anno 1605 contro Alessandro Pesanti Romano Del 1607 contro Gasparo Bindoni per spargimento di libri circa l’interdetto ~ 1608 couIrò fra Francesco Gra-ziani dell’Ordine de’ Servi, e fra Antonio Bon-iìui ila Vilei bo sopra allentato contro la vita del P. Paolo Ser\ita teologo della repubblica == 1606 circa Notizie e denuncie avute da un prigione delle colpe dell'ab.Brandolino = 1608 sopra macchinazioni contro la persona di don Giovanni Marsilio teologo. Voi IV. pag. 700. col. 1. linea 9. ove del Campanile. Nel Codice mio numero 1022 contenente gl' inediti Diarii di Marcantonio Michiel, intorno al quale ho letto all’ Istituto Veneto nel febbrajo .1861 una Memoria, che fu anche colle altre Memorie stampata nel Voi. IX a. 1861, leggo : « Ottobre 1514. Nota ebe » in questo mese compì de refarsi el Caro-» panil de S. Marco massimamente per opera