556 SAN GIOBBE. 4443 e 4423 fu de’qunrantuno che elessero dogi Tommaso Mocenigo, e Francesco Fo-scari (R. I. Script. Sanuto pag. 886, che lo chiama Avogadore, e pag. 968 che lo dice ser Rosso Marino il grande ) ; nella prima delle quali elezioni oppose, senza timore, a Paolo Zulian figliuolo di Pietro procuratore la inabilità al principato, e fu causa che non venne eletto; e nella seconda fu uno de’Correttori alla Promission Ducale (Priuli). Avea Ritratto nella sala del Maggior Consiglio prima che bruciasse “ Di questo Rosso Mariti, oltre i soliti genealogisti avea fatta menzione lodevolissima Zaccaria Trevisan nella manoscritta latina Orazione pro data licentia D. Joanni Marino in utroque jure; il quale Giovanni era uno de’ sei figliuoli di Rosso. Questa Orazione, che io non vidi, ma che fu Ietta dal nostro padre Giovanni degli Agostini in uno de’codici Soranzo (Vol.I. p. 383. 384. Scritt. Ven.) narra, fraile altre cose, giusta il breve estratto fattone dall’Agostini, che Mosso Marin fu Rettore in Ncrjroponte, Rettore di Corfù, duca in Candia, due volte podestà di Padova. Ma credo che o abbia sbagliato l’Agostini nello estratto che ne fece, o che non fosse bene informato 1' Oratore Trevisan ss Nell’elenco de' Rettori di Negro-ponte datoci a stampa primamente da Pompeo Litta in un foglio volante, e nell’elenco assai più copioso ed esatto pubblicato da Carlo Hopf nella Dissertazione documentata sulla storia di Karistos ec. tradotta da G. B. de Sardagna (Venezia. Naratovich. 1856. 8.) non entra menomamente un Rosso Marino ss Fra i Rettori di Corfù, non mi è riuscito ancora di vedere un Rosso Marino ss Flaminio Cornaro non vide alcun Rosso Marino duca di Candia ( Creta sacra II. 356 ) ss E nella Cronologia de’ podestà di Padova, una sola volta è notato il nostro Rosso Marin. Non sapendo io ove oggidì esista il codice Soranzo in 4.° num. DCCLV veduto dall’A-gostini, e inserito nel catalogo che di quei-Codici abbiamo anche nel Museo Correr, non posso verificare la cosa. Ma fra’ i moderni fu illustre Carlo Antonio Marin nato 4 genuajo -1745 da Giambatista, e morto nel 4845, autore di una erudita Dissertazione intorno la famosa inscrizione, ch’era a S. Giovanni di Salvore, spettante alla venuta di Alessandro III a Venezia (Ven. Pepoli 4 794. 4. fig.); e dell’Opera ben più importante ed utile intitolata Storia civile e politica del commercio de’ Veneziani (Ven. Coleti 1798 s 1808. voi. 8. in ottavo); oltre che di parecchie poesie, e di una Storia del commercio de’ Fenicii, che morte gl’ impedì di compiere. Ma già del Marini scrisse assai forbitameate un articolo l’amico e collega mio Agostino conte Sagredo nel Volume III della Biografia compilata dal cav. Emilio de Tipaldo (Venezia. Alvisopoli. 4836. 8.° a pagine 485. ) = Aggiungerò soltanto che con molta delicatezza il conte Sagredo, parlando della poesia cultivata dal Marin disse che non ottenne quel diritto alla estimazione e gratitudine de’ posteri il quale venne da’ più severi, studii. E in effetto non era per quella nato ; e pruova ne conservo nelle mie memorie eh’è la seguente. Fino dal 4806 alcuni Socii dell’ Accademia veneta letteraria pensarono di comporre un poema giocoso intitolato Esopo diviso in dodici canti ; e gli autori doveano essere dodici. Uno de’canti, eh’ era il quarto, toccò a sorte al patrizio Carlo Antonio Marin, il quale anche dettoli» parecchi mesi dopo ; ma riuscì cotanto triviale sì per la povertà delle idee poetiche, che per la trascuratissima lingua, che fu d’uopo pregare altri in sostituzione; e in effetto Lorenzo Crico arciprete di Fossalunga riempiva il vacuo con sufficiente lode, come può vedersi nella edizione, Venezia - Picotti 4828-volumi due in 8.vo fig. ss Accennò il conte Sagredo la Storia del commercio de' Fenicii alla quale avea posto mano il Marin, e di cui il consigliere Giovanni Rossi lesse un sunto al nostro Ateneo ss In effetto il Rossi nel primo sunto letto del 4824 fece conoscere quale sia probabilmente l’origine degli antichi Fenici ; la necessità che provarono di dedicarsi al commercio, e spezialmente al marittimo; le prime corrispondenze coi loro nazionali Libiì-Fenicìi; la cultura appresa dagli Egiziani; le loro arti e manifatture, e mercati; le colonie che fondarono nel Mediterraneo preso in senso speziale e in quale stato di rozzezza giacessero i popoli a questo mare confinanti; le colonie in ¡specie piantate a Cipro, a Malta, in Sardegna, in Corsica, e nelle Isole Baleari, e finalmente nel mar Jonio ss Nel secondo