tutte le genti. Nella penisola balcanica la politica dell’Italia fascista è stata sempre limpida e aperta. Non torbidi accordi segreti, non cumuli d’armi, non depositi di polveri, per provocare da un momento all’altro la distruzione e la guerra : ma intese leali, per una collaborazione di pace, e mediazioni disinteressate e sollecite per derimere ogni divergenza fra i popoli contrastanti, e scambi efficaci di cultura, e propaganda di idee alte e serene. La difesa dell’indipendenza del Regno albanese, il ravvicinamento sotto gli auspici di Roma, fra Ungheria e Romania, la intensificazione dei più cordiali rapporti con la Turchia, ecco la dimostrazione di tutto un piano di governo che vuole gli accordi e l’armonia nei Balcani sulle basi del riconoscimento dei reciproci diritti per una convivenza tranquilla di tutte le stirpi, feconda di bene per il progresso e la civiltà dell’Europa. Questa è l’Italia. E la Serbia è la mano bianca, la congrega del militarismo brutale, è YOrjuna che uccide a tradimento, incendia, stupra, distrugge, e coi suoi tentacoli cerca di spingere alla violenza contro di noi le masse croate per avvantaggiarsi astutamente della provocata inimicizia fra croati e italiani, YOrjuna che sotto la maschera dello - 13 '