ALLA GH1ESA DI S. SEBASTIANO DEI GEROLIMW. 90? quale miserabile stato era questo superbo dipinto ridotto = Ho scoperto a caso che l’antiporta del libro Aquila Romana di mons. Giovanni Palazzi ( Venetia 4679 fol. fig. ) rappresenta con qualche varietà il Giove fulminante di Paolo Veronese; e il Cicognara aveva già scoperto che in quest’^ui'/a stessa alla pagina 443, il Palazzi fece copiare la composizione della Tavola di Tiziano il San Pietro Martire, trasmutandola nella uccisione di Alberto I. imperatore ( Catalogo - pag. 358. num. 2077). Quanto al San Marco, non ho mai veduta alcuna incisione antica. E intorno a tal quadro leggasi il suddetto articolo del Tardieu, 8 si vedrà che anche questo dipinto fu manomesso a Parigi dal pittore Girard che vi aggiunse delle figure accessorie: Fol. IV. pag. 156. col. 1. Un. 37. 566. 567 — correggi 366. 367. Fol. IV. pag. 164. col. 2. •ii ih tea óv : eh hbftup ai) s*irt A pag. 344 t.” della Cronaca Savina, secondo l’esemplare Marciano num. 324 classe VII, all’anno 4587 si legge: « Per deli-» beratione del Cons. di X. il Tabernacolo * di cristallo e rimesso tutto d’argento, che » fu venduto già da Nicolò Crasso avvocato * alla Signoria di Venetia, sarà posto in » Chiesa votiva del Redentore alla Giudec-» ca » = (Si noti che qui dicesi venduto, mentre il Conti dice donato s Pare poi che non abbia avuto luogo la deliberazione). Fol. IV. pag. 169. Parecchie lettere di Nicolò Crasso dirette » diversi in affari di cause interessanti la famiglia Cornaro, ho nel Codice 3219. Esse sono scritte Hegli anni 1626, 4627, ec. « , oibntio bb oiix**ìb Ju» .othsaoi staiti dice premesso Clarorum ritornili recentionim nomimi. Fol. IV. pag. 170. Nelle Poesie postume di Pietro Michieie dedicate al cavalier Batista Nani procuratore di S. Marco (Venetia. Brigonci 4674. 42.°) a pag. 88. è una elegia italiana al signor Nicolò Crasso, e a pag. 90 è la Risposta del signor Nicolò Crasso, stesa conservando le stesse rime della proposta. Sono in vicetì* devole elogio. Fol. IV. pag. 178 Ime. 19. Lorenzo Bernardo scrisse un Diario dal 4559 marzo al 4573 7 dicembre (Codice miscellaneo appo il fu Jacopo Capitanio di Treviso in fol. di pag. 79, di minuto carattere, e con indice) è Vi si dice che è tratto dai scritti de Lorenzo Bernardo. Il Diarista fece nota che cessò dal Pregadi nel primo ottobre 4562 e che vi rientrò nell’8 gennaro 1568 cioè 4569. Fol. IV. pag. 183. coi. prima. Francesco Erizzo provveditor generale del-l’armi nella guerra di Mantova del 4629, nella sua Relazione al Senato dà lodi ad Angelo Giustiniano di quella integrità e gran virtù ben noia, II quale appena fatto il primo pagamento in campo, fu spedito a Brescia per rivedere quelli Camera c tutte le altre di Lombardia. Osserva che l’incom-modo che dalla sua assenza ne ricevette il campo è inesplicabile, e dice che la carica restò- appoggiata al provveditor Mocenigo ec. (Codice mio n.° 4042. secolo XVII). Fol. IV* pag. 197. Dopo che io il primo sino dal 1834 aveva pubblicato la lettera di Benedetto Caliari a Giacomo Coniarmi, la vidi ristampata nel Tomo IH. pag. 554 del Carteggio inedito di artisti del dottore Giovanni Gaye. Firenze. Molini 4840 s Confrontata la mia edizione con quella del Gaye trovo le seguenti diver- go/. IV. pag. 170. Nel libro intitolato Balhassari» Bonifacii Musarum Pars prima (Venetiis. Hertzius. 4646 8.vo) vi sono parecchi versi latini in otio- sità. In quella del Gaye : Ora - presentino-r« di Nicolò Crasso. Appariscono dall* ili- al amore - pure - pesato - veglia - « li sca-