57 G SAN GIOBBE. intendevasi allora il Turco. Trattala tale materia in Senato a’ 9 del novembre il doge aderì all’invito del Papa. Il Malipiero nei suoi Annali riferisce la parlata del principe la quale fa vedere la pietà sua verso Dio, il papa e la patria. Ma passati alquanti dì il doge stesso recatosi in Collegio disse che l'ha considera la so alidada e che l’è vecchio e ha poca esperienza delle cose di mar, et è inabile della persona et vede di non poter satisfar al desiderio della Terra de andar a questa impresa, e se ha scusado. I Consiglieri risposero che dovea pensarci prima, e anzi Vettor Cappello levatosi gli disse modesta» mente, che l' e necessario che 'l vada e che la Terra no puoi far de manco de adoperar la so persona per le occorrenze de questi tempi. 11^ doge acquietatosi desiderò soltanto di avere a compagno Lorenzo Moro duca di Candia (Annali. \. 23). Le parole riferite dal contemporaneo Malipiero, si accostano più alla verità di quelle alquanto superbe che notava il Sanuto p. 1174. Serenissimo principe, se la serenità vostra non vorrà andare colle buone , noi faremo andarla per forza, perchè abbiamo più caro il bene e l’onore di questa Terra che la persona vostra. Ciò premesso, nel 26 giugno 1464 fu statuito quod die sabathi prox. de mane celebrati debeat ma solemnis missa in Arsenatu nostro super galea destinata Serenissimo principi nostro post quam missam in Dei nomine feliciter projici debeai in aquam ipsa galea et sollicite palmari, armari et expediri (Codice mio mi-mero Ì209. pag. GO ). Per la qual cosa il doge a’ 51 di luglio ( altri dice a’ 30) 1464 a ore ventima ( ora ottima eletta dagli astrologi aggiunge il Sanuto ) montò in galea, e gli furono assegnati quattro Consiglieri, con salario di ducati sessanta al mese per cadauno, i quali ebbero due compagni di stendardo per uno, e due trombetti. Erano essi sopra le galee loro, e Lorenzo Moro ammiraglio vi andò sulla propria. Il doge avea dieci galee con lui, e la so tenda da puppa de veludo cremesin, e i stendardi di seta recamadi d'oro (i) e gli fu permesso di portare a rischio della Signoria cinque mila ducati d’argentarie e gli furon dati quattro mila ducati in cassa. I consiglieri erano Tria-dano Gritti, Nicolò Tron, Girolamo Barba-rigo, e Pietro Mocenigo. Narra qui il Sanuto che appena la galea del doge fu nel mezzo del Canale sopravvenne un nembo che levò dalla puppa la tenda di velluto co’ sammar-chi d’oro e fu gran pioggia. Giunto questo nobile convoglio a Parenzo nel 7 agosto, venne incontralo da Antonio Venier rappresentante per li Veneziani in quella Città e dall’altre magistrature; in memoria* del quale avvenimento i Parentini eressero in marmo queste parole MCCCCLXIUL Die. VII aug. Seren. Princeps | et . DD . Chrislo-phorus. Mauro . Inclitus (t) | venet. dux. ad-iunctis . clariss. (2) | consulib. Triadano. Oriti. Nicol, 'iranno \ Uieronimo Barbadico etPet. Mocenico . | trajedur . Anconam ad Sumum . Poti | ti. Pium . sec (3) expeditione in Tur-chos | istuc . appUcuit . (4) Pretore Domino ] Antonio Venerio |(5). Il Papa era già giunto in Ancona co’Cardinali , e con assai gente della crociata sì tedeschi che italiani. Il doge, colla sua squadra che in tutto era, dice il Sanuto di venti galee, ma il Malipiero^ di ventiquattro, giunto in Ancona a’ 42 di agosto, mandò avvisare il Papa, il quale essendo malato, da una finestra del vescovato di San Ciriaco, dov’era alloggiato, avea già veduta l’armata accostarsi e sentito lo strepito delle artiglierie, e avea contemporaneamente inviato un suo cameriere a intendere se anche il doge c’era in persona, ordinando che lo stesso cameriere avesse a vederlo; e ciò perchè il Papa ( riflette il Malipiero ) non potea credere che il doge dovesse andare, e d’ altra parte, il Pontefice s’era obbligato di essere in persona all’ impresa purché ci fossero eziandio gli altri principi cristiani, e massimamente il doge di Venezia. Il cameriere (1) Di queste cose vedi anche nel Testamento ( documento num. 5 ). (2) Si legge con non pochi errori a p.37 del Saggio di Storia antica e moderna di Parenzo, scritta dal dottore Bartolornmeo Vergottin. Venezia 4796. 4. Ho procurato, non avendola potuta vedere o leggerla altrove a stampa, di raddrizzarla. Dice INCLITO: (2) CLARISSIS (3) S3P (4) qui v’è un EN, che non so che cosa voglia significare, forse EX. excellente. (5) VERNERÌO — Il Consulibtts poi è scritto così 95 VLIB.