794 ALLA CHIESA DI S. ANTONIO ABATE. a questo proposito Marco Barbaro (Voi. 2. Genealogie p. 329 tergo appo di me): » Il » popolo dimandava la liberatione di ms. » Vettor Pisani. Inteso ciò la Signoria dcli-» berò li 18 agosto (1379) cavare di pri-» gione il detto ms. Vettor et alcuui sopra-» comiti, il quale non volse uscire se non » la mattina seguente ec. » La seconda cosa è rammentare il quadro di Paolo Veronese rappresentante il ritorno da Chioggia del doge Andrea Contarmi, illustrato da Francesco Zanolto, il quale fa vedere anche il valore del Pisani nella descrizione che ne fa a p. 20. 21. del testo corrispondente alla Tavola CXLVII) segnala per errore CXXXVIII ) della celebre sua opera il Palazzo ducale. E finalmente sono a notare il bel quadro del nostro pittore Antonio Zona, rappresentante il Pisani liberato dal carcere; descrìtto da Jacopo Cabianca nella Gazzetta Ufficialo Veneta 31 agosto 1857 n.° 193; e l’altro quadro del professore Lipparini che rappresenta lo stesso Pisani che liberato dal carcere è presso ad essere comunicalo. Ambi-due furono pubblicati con belle incisioni nelle Strenne edite dal Ripamonti Carpano. Voi I. p. 185. col. 1. inscr. 34. Nella Matrìcola spettante alla Confraternita di Sani« Calterina Vergine e Martire della dei Sacchi, perchè abitavano anticamente nel sito ove fu poscia eretta la chiesa dedicata ora a quella Santa, frati chiamali Sacchetti, o Sacehini, o de' Sacchit (mio Codice del secolo XIV, num. 2786, membranaceo) sotto la lelt. Z nell' elenco de’ fratelli, veggo ser Zanin intaiador, Sanzanepolo. Non dubito che sia Io stesso che intagliò la Cornice della Tavola di cui qui parlo. Questa Tavola sla oggidì nella Sala prima dell’Accademia di Belle Arti indicata (coll’errore dell’anno 1458, essendo invece 1557) nel Catalogo degli oggetti d’arte. Ven. 18b9. a p. 7. Chi avesse poi pazienza di scorrere le varie, Matricole de’secoli XlVeXV che conserviamo, ed esaminare l’elenco de’fratelli, troverebbe descritti in essi i nomi e la contrada ove abitavano varii illustri artefici, pittori, scultori, impressori, ed artieri molti, alcuni dei quali non si conoscono d’ altronde che da tali Matricole. Di alcuni fra gli artisti ho data nota, anni sono, all’avvocato ora defunto, Pietro dottore Cernazai di Udine, gran raccoglitore di cose d’arte e di antichità e pieno di erudizione, ma che non avea agio di scriverne di proposito, distolto dalle cure del suo ricco patrimonio. Voi. I. p. 186. 187. insc. 39. Vincenzo Pasqualigo ha una lettera d’encomio ad Antonio Lupis premessa al Romanzo di quest’ultimo intitolato. La Marchesa d’Hun-slei o VAmazzone Scozzese. Venezia. 1677. 42. Tale lettera manca nella ristampa del Lovisa 1723. E alla pag. 451. del Corriere dello stesso Lupis (ediz. 1692. dedicata dallo slampator Indrich al pittore Zuane Carboncini il Lupis ha lettera al Pasqualigo in laude delle sue Prelezioni geniali. Voi i, p. 190. col Girolamo Balbi patrizio veneto vescovo di Gurch alla p. 2£7 del Voi. I. delle sue Opere (Vindobonae 1791) ha un epigramma diretto al Grimani nell’occasione del ricevuto cappello cardinalizio. Bggg %?É I. p. 189. col. 1. e 2. |jj Fralle preziosità lasciate alla Repubblica dal cardinale Domenico Grimani era a notarsi senza dubbio il famoso Breviario, che volle, dopo la sua morte, passasse nelle mani del patriarca di Aquileja Marino suo nipote, e che alla mancanza di questo venisse in potere della Repubblica. Ma il patriarca Giovanni Grimani che sopravisse a Marino, ebbe In permissione di tenerlo presso di se fino alla sua morte (succeduta non nel 1592, come malamente dicono e lo Stringa e l'Ughelli ed- altri, ma sì nel 1593 a’ 3 di ottobre, come fece vedere co’ Necrologi il padre de Ru-beis). Ma trovandosi gravemente malato esso patriarca Grimani nel 1592, temendosi anzi della vicina sua morte , e che il prezioso Breviario corresse rischio di essere distratto', si procurò con destra maniera di persuadere il patriarca stesso a consegnarlo al pubblico, cui di diritto apparteneva. In conseguenza di ciò, nel giorno 50 novembre 1592 (quasi