854 ALLA CHIESA DI SAN LORENZO. E a p. 28 si noia pbr. hotnoóon pleban. sci Fantini (scc. XV.) il qual piovano non veggo nè nel Comaro nè nel Gallieiolli, quando non fosse Bartolomaeus Boninus a. 4485 (p. 328 329 T. XII. ) Voi II. pag. 372. ■ ‘ Delle due monde incise in rame dal Cor-naro riportale nel Voi. XI pag. 65 vedi As-scmani, Museo Cufico Naniano, e M. Ianssonii Mercurius Belgicus p. 595 et seq. ( Scheda Morelli appo di ine ). Voi II. pag. 374, Mons. Giuseppe Cappelletti sulle traccio del Cornaro, parlò di questa Chiesa nel Volume IV. pag. 457 e seg. della Storia della Chiesa di Venezia (ivi. 4855. 8.vo). Voi II. pag. 374. Anche il monastero di San Lorenzo, come altri, andò Soggetto a varii disordini, alcuni de’ quali sono notali nel mio Registro di son-teoze criminali, Codice 2G74. Anno 43GO. ser Morelus Bochasio mo-naehinus monaslerii Sancii Laurentii comi, in L. 400 et uno anno in carcere. Sequjlur cond. allerius monachini in omnibus ut su-pra. ¡= Ser Marcus Contarono pro scalasse murimi monasterii Sancii Laurentii et furto subtraxisse gallinas, cond. in L. 50. Sequi-lur cond. alterius pro dicta causa = Margarita rcvendorigola lena monialium Sancii Laurenlii fustigala, quibus porlabat literas et ambassiatas, ac bnnnita posse amplius in-trarc diòtum monaslerium. Sequitur cond.0 aliarum duarum lenarum pro dicto monasterio. s Anno 4585. Magister Nicolaus Jusli-nianus lisicus medicus monasterii S. Laurentii qui carnaliter cognovit unam ’i^iuolis monialibus, et ex ea habuit filium, fìerique sibi fecit claves portarum ob impressionem sibi dalam in cera, cum quibus valvcs ape-riebat, condemn. ms. 3. in carcere, ultra anuos duos, quibus stare debet bannitus posse ire ad aliquod monaslerium venelum = Ser Marcus Griti raoqaehinus pro monasterio S. Laurentii, cond. in carcere juxta partem captam super hoc. Voi II. pag. 374éíC.V cmj.n ofiab ntekqLjyiq osoiBlcO li ohnppaa ^sleoufl Presso le monache di S. Lorenzo (mi fu detto) esisteva un’ assai bella custodia d'argento dorata, tutta figurine, rabeschi, intagli di rilievo ec. fatta a guisa di calice, con tabernacoletto, nel cui mezzo ci sarà stata qualche reliquia. Sormontata era da Cristo Redentore, e appiedi disposti in bell’ordine i quattro evangelisti sieduti. Il piedistallo tutto con ornamenti figurati, teneva a' lati due ovati, nell’uno dei quali erano incise queste parole: HIERO | NIMA | ZORZI l FECE | e nell’altro l'anno | M . DC . J}. Vidi questo reliquiario nel 45 novemb.4854 presso l'antiquario Consiglio Richetti, alla Maddalena. Questa Ilieronima sarà stata quella che ordinò all'orefice il lavoroi01 A 9(j,, aliclad Voi II. pag. 378. insc. 6. Per l’ingresso di monsig. conte Camillo Benzon a vescovo di Adria, A. Ferrari rodigino, stampò un opuscolo : Il vescovo di Adria conte Camillo Benzon e la sua famiglia, polibiografia. (Venezia. Marlinengo 4859. 8.) Ho trovato in questo opuscolo due vocaboli clic mi riuscirono nuovi : A pag. 9. oppina-menlo per conghieitura. A pag. 4 4. a lulta donna, usato nello stesso senso che a tut-t'uomo. Voi II. p. 373. o. » « D'Apel viene a dire figlio di Apelle ó Àbel-le} giacché gli orientali si chiamano ordinariamente dal nome del padre. Il D'Apel e fa armeno e fu mercatante di professione. U di lui figlio Tommaso, banchiere, fu padrino del conte Fortunato Sccriman distinto scrillort vivente. Oltre ad un figlio (altro Apostolo) e ad una figlia monaca cappuccina, fu questi padre a Giambatista D’Apel che alla pubblicazione del fascicolo ottavo di questa mia opera (anno 4829) era archivista e capo # spedizione della Direzione del Censo. (Notizia avuta dallo stesso gentilissimo conte FW' S.ol ahobcJ umo3E¡tí