SAN GIOBBE. 588 » sostenere la caduta fortuna della repub-» blica, attesero a raccogliere le reliquie » dell’ esercito, a confortare i capitani e » soldati con speranza di cose migliori, » pregare la nobiltà e il popolo di Brescia, » e delle altre Città che memori della loro » fede e delle altre cose fatte a servitio della » repubblica volessero essere simili a se stessi » e con pari costanza mantenersi sotto il mo-» deratissimo impero de’ Venetiani. » Essendosi nel 21 agosto dell’anno stesso 4509 scoperto un trattato di alcuni caporali della compagnia di Lattanzio da Bergamo per consegnare a’ nemici una delle porte di Padova, i provveditori Andrea Gritti e Cristo-foro Moro fecero prendere que’ traditori c tormentadi et mal tratadi fo fatto bona prò vixione (Storie venete, codice mio 270) L’anno seguente 4510 era pur provveditore in campo presso a Verona nella guerra in Polesine contro il duca di Ferrara, e rimaneva in Vicenza per ¡spedire molte cose e per provvedere di molte altre il campo, come nota Luigi da Porto in sua lettera da Lo-nigo 49 gennaro 1510 (pag. 155). In quest’ anno pure fu podestà di Padova (Orsato p. 55) ed avvi elogio a lui, riferito dal Sa-lomonio nelle Patavine iscrizioni ( p. 485. ) nel quale si ricorda la ricuperazione di Vicenza, e la fortificazione della città di Padova da lui ordinala ciò che all’anno 1514 rammentasi anche dal Bembo (IL 260). Ab-biamo anzi, sotto il dì 27 marzo \ 5 H, dal Sanuto (Voi. XII) la menzione di lettere del Moro come podestà di Padova, e di Girolamo Contarini, recanti la notizia chome fo etiam lì un gran terramoto e fe alcuni danni ma no» perho da conto mina il domo et certi muri nel castello ec. (1) Era Provveditore nella Marca insieme con Paolo Cappello nel 4 512, quando partiti un di dall’esercito che insieme cogli Svizzeri alloggiava tra Alessandria, Castcllazzo, Pozzuolo, c Bosco, e andati, per consigliare alcune cose di guer-ra^ al cardinale Sedunese ( Matteo Schiner ) in Alessandria, furono da lui con inusitato tradimento ritenuti. Ciò attestava il Da Porto nella lettera da Venezia dell’ottobre 4512 a pag. 320 (edizione Le Mounier, 4857.), ed era pure detto dal Sanuto (Voi. XIV. 18 e 20 luglio 1512) e dal Bembo, (II. 329) il quale attestava che l'animo del Seduti ense in tutte queste cose si dimostrò di mala volontà verso la repubblica. Per un caso sopravvenuto al nostro Cristoforo provveditore in campo, cioè, che gli cadde un cavallo adosso, chiese ed ottenne dal Consiglio di Pregadi nel 17 novembre 4512 licenza di ripatriare (Diadi, codice mio 4022 p. 39. tergo). E qua tornato nel 28 dicembre successivo riferì in Pregadi delle condicion del campo videlicet del collega et conduttieri assai modestamente. E qui narra il Diarista suddelto a p. 45 che Lunardo Emo, il quale riferì dopo il Moro, disse lungamente dei mali portamenti del provveditore Paolo Cappello, e della mala amministrazione dei danari della Signoria che il Cappello faceva, per modo che volendogli rispondere Filippo Cappello suo figliuolo, il doge gli disse che tacesse che non era tempo di rispondere, e che quando o i Sindici, o altri magistrati agitassero la causa di suo padre, allora potrebbe rispondere. Quindi il doge disse all’Emo che compilasse le accuse perchè voleva fossero conosciute. Fatto il processo da’Sindici contra il Cappello, fu letto, ma risultò che non v’eran prove se non cose di minimo momento (ivi p. 48 tergo). Avendo poi il Moro fatte alcune opposizioni alla condotta di Baldissera di Scipion fu nell’undici gennajo 4513 stile romano, letta in Pregadi una lettera di quest’ ultimo nella quale si giustifica e si purga dalle imputazioni del Moro, e in pruova domanda di aver licenza, quando non piacesse alla repubblica il suo servizio (ivi p. 48 tergo) (2). (4) Il Sanuto soggiunge : Item a Chiosa, Torcetto e Mazorbo fo eri ( cioè a' 26 marzo 4544 ) il e altrove et a Mestre, et a Castelfranco che fo grandissimo, come se intese. E a pag. 64. Oi. 63. dello stesso Volume parla del terremoto di Venezia del medesimo giorno 26 marzo, descrivendolo, e riportando alcuni versi latini intitolati De statuis quatuor regimi que terramotu e pitia-culo templi divi Marci ceciderunt, interlocutores hospes et francus: Cominciano: Cur soli reqes tempio cectdere superbo Et divus sacra Marcus in arce stetit. (Sono 24 Distici, poi un Sonetto colla coda) Vedi su questo terremoto anche il Galliciolli T. II. p. 233. 234. (2) Batdssera di Scipion era bombardier veneto sotto Brescia. Il Sanuto a p. 87 del Volume XV in data 44 gennaro 4512 (more veneto) cioè 4543 nota: a Lettera dal campo di Baldissera di Scipion