glio 1866, quando si trasferì a Milano per rimanervi ancora quasi un anno, cioè fino al 2 luglio 1867. La parte del Diario relativa a questa epoca non è ancora pubblicata nemmeno in parte. Don Segvich promette di farlo a tempo opportuno, ma dubitiamo che questo potrà avverarsi sotto il dominio di Belgrado, per il quale il solo nome di Kvaternik, come campione della libertà croata, suona come un incubo. Nell’annunciare la pubblicazione dell’ultima parte del Diario, Segvich osserva riguardo al periodo storico al quale si riferisce: « Le speranze di Kvaternik rivivono colla guerra italo-austriaca; egli riprende con la massima energia la sua attività cospira-trice. Durante il conflitto fa tutto il possibile per nuocere all’Austria dovunque e comunque può. Collabora strettamente con Garibaldi specialmente per uno sbarco in Dalmazia. La battaglia di Lissa (20 luglio 1866) rende impossibile la spedizione. Dopo l’armistizio Kvaternik riceve una lettera dal maggiore Cucchi del Comando delle Truppe Garibaldine in data 7 settembre 1866. In questa il Cucchi comunica a Kvaternik, che Garibaldi in pari tempo scrisse al Barone Ricasoli (allora Presidente del - 40 -