G4G SAN GIOBBE. » molte e grandi, e massimamente la pietà # e misericordia verso gl’ infermi, i quali an-» dava spesso visitaudo, e per le contrade » e per gli ospitali, e poveri vergognosi, fu » di vivacissimo spirilo ed ornata di bel-lissime lettere, e massimamente sacre, e » scrisse molte cose assai dottamente » elogio copiato dal Maffei ( Verona illustrata p. 97. ediz. 1732) e dal Giaxich nelle Notizie intorno ad Isotta Nogarola ( Voi. III. opuscoli Pinelliani. 1813) e anteriormente da Giacomo Filippo Tommasiui a p. 343 degli Elogi Patavini. ( Ibid. 1644. ) = La seconda, ALIDEA sposata nel 1424 alla quale appartiene l’epigrafe che illustro. Ma a dir vero, io sono indotto a credere che una sola moglie egli abbia avuto, cioè ALIDEA, poiché l’autentico libro NOZZE, esistente nella Marciana, non registra menomamente il primo maritaggio di NICOLO’ con la Nogarola, e quando registra all’anno 1424 quello con ALIDEA, non pone la solita indicazione al margine V.® (cioè vedovo), cosicché comparisce essersi NICOLO’ ammogliato allora per la prima volta. Temo di qualche equivoco di nome, perchè ci furono contemporanei degli altri Nicolò Tron, e forse il Corte (che mi sembra essere stato il primo a notare il matrimonio di Nicolò doge con Laura Nogarola) a*rà preso l’uno per l’altro. E infatti negli alberi del Cappcllari trovo Nicolò f. di Paolo q. Donato Tron, essersi ammogliato in Laura di Leonardo Nogarola nobile Veronese e avere avuto due figliuole, una in Francesco Grimani, l’altra in Pietro Barozzi, e ciò circa la metà del secolo XV. ma nemmeno questo Nicolò Tron f. di Paolo apparisce dalle delle Nozze essersi ammogliato con una Nogarola. Passò NICOLO’ TRON la maggior parte della sua gioventù nel commercio, attestandoci gli storici Malipiero (pag. 661. Voi. VII. parte seconda. Archivio Storico) e Sanuto (Vile. p. 1196) che stette quindici anni fermo a Rodi, onde potè raccorre ricchezze per sessanta mila ducati di contanti, e ' ventimila di stabili. Ritornato in patria fu occupato nelle Magistrature, fu del Consiglio de’X. e nel 1462 capitanio di Padova. Al tempo della guerra nel 1463 fu eletto generale dell’ armi e unito ad Ussun Cassano re di Persia riportò molte vittorie sopra i Turchi. L’anno appresso 1464 fu uno dei dicci ambasciadori a Pietro Barbo cardinale veneto assunto al Pontificato col nome di Paolo II; osservando qui lo scrittore del Registro Ambasciatori , che sebbene agli altri Papi Veneziani furono destinati soltanto otto Oratori, a questo ne vennero eletti dieci, forse per l’autortià di Paolo suo fratello o perchè, si stava in grande aspettazione del suo Pontificato, benché riuscito sia poco favorevole alla Repubblica. L’anno stesso 1464 era il Tron uno de’ Consiglieri del doge. Aveva nel 1466 a’12 di aprile ottenuta la dignità di procuratore di San Marco de Supra, quando, stante la morte di Cristoforo Moro, venne egli proclamato a doge di Venezia. E qui è d’uopo narrare, colla scorta dell’ inedito cronista Agustini c: « Eletti nel 17 novembre » 1471 li XLI che fanno il Serenissimo Prin-» cipe, ed intrati nel luogo preparatogli, an-» corchè fossero circa hore23ii2 dettero prin-» cipio a scruttinare, e furono molti tolti , » pure par che tre, cioè ms. Nicolò Tron a procurator, ms. Alvise Foscarini dottor pro-» curator, e ms. Piero Mocenigo fossero quasi n a un segno di ballotte, ma superiori a gli » altri di buon numero. E continuando li » scruttinii, par che ad ogni scruttinio fusse » parlato contro questi tre, per quelli che » favorizzavano gli altri. A ms. Nicolò Tron » parlava contra ms. Zuanne Emo cavali liei’j e ms. Piero Bembo, dicendo tutto » quel mal che era possibile, e massime che » a Rodi l’era sta come publico usuraro, e » che non era homo di tal governo. A ms. »» Alvise Foscarini era opposto, che l’era mal » conditionato per essere quasi infermo, e » che poca utilità si poteva sperare da lui. » A ms. Pietro Mocenigo, che l’era fuora, e »che haveva zavariado a Modon, e fatto » certo atto da pazzo, e che ’1 non faceva » per la Signoria farlo venir a casa per le » cose del Turco. Il Tron si difese valente-» mente e si giustificò con grande artificio, » dicendo che haveva dato grande utilità » alla Terra, oltre di ciò, che dove l’era sta » mandato il si haveva deporta si che non » era alcuno che potesse imputarlo. Ms. Al-» vise Foscarini si giustificò assai ben; non »dimeno non poteva tanto finzere, che’1 » non se vedesse che’l tremava. Ms. Zuanne » Mocenigo giustificò ms. Piero suo fratelld » meglio che ’I potè, pur stettero sopra que-