650 SAN GIOBBE. • pa, (circa 1 790) s intitolalo : PROMISSIO » NICOLAI TRVNI DVCIS VENETIARVM. È « bel manoscritto cui mauca la prima carta » che dovea essere stata uua bella miniatura » posta avanti I’ indice dei capi. Viene la » Promissione, che comincia : In Nomine ec. » e la lettera I è formala da una colonna, » in testa e n piè di cui si legge MARSl-» LIVS B0N0N1ENSIS FEC1T, che è iLnome » del miniatore. Vi è sulla stessa facciata » un bel quadretto colla Madonna, S, Marco, » S. Nicolò, e il doge in giuocchio, e tulio » il margine è fregiato di fiorami, con pie* » coli comparti rotondi , ne’ quali vi sono » animaletli quadrupedi di varie specie, leo-» ni, cervi, volpi, tigri, pardi» ec. Il mio amico illustre Rawdon Brown, potè ottenere dalla Biblioteca del rev. fValter Sneyd, possessore del rimanente de’Codici che furono già dclFab. Canonici, un lucido del frontispicio di tale Promissione, avendo parlato e di questa e di altro venete miniature il chiariss. professore Cesare Foucard Fanno scorso 1 857 nella solenne distribuzione de’ preinii del-l’Accademia di Belle Arti -= Del magnifico sepolcro che nel coro della Chiesa de’ Frari tiene il nostro doge Nicolò Trono, parlerò, come dissi, a lempo opportuno. Ma frattanto il leggitore nei Monumenti cospicui di Venezia illustrali dal cavaliere Antonio Diedo segretario dell'Aecade-mia ili Belle Arti, e da Francesco Zanotto ( Milano, Tamburini e Valdoni 1859 fol. reale) troverà e l’intaglio del monumento, c una copiosa illustrazione dello Zanotto sì architettonica, che storica; dalla quale, mercè gli studi del fu abate Giuseppe Cadorin, e dello Zanotto si viene a scoprire l’errore del Sansovino nello avere attribuito alcune statue ad un Antonio Bregno scultore che non mai esistette, anzi chè ad Antonio Riccio veronese notissimo artefice. 60. SEPVLCR . NOBJLIS DNÌ GÀLEATII COTAR [ ENO