SAN GIOBBE. 75 i Documento num. 44. Citato nella Inscrizione num. 102. pag. G9G. Lettera di Giacomo Luigi Cornaro (i), e notizia intorno gli ultimi momenti della vita dì suo avo Luigi Cornaro. Clarissimo signor mio Mi sono dato a credere che V. M. non hnuerìi discaro de intender il stato di questo nostro singholar uecchio il che è cosa ueramente marauigliosa a uedere, poi che se bene egli di continuo ua inanellando di uita nondimeno mai cessa di manchar di consigli et aricordi utili, et è cosi costante et fermo di non stimar la morte, che non si può conoscer per modo alcuno eh’ ei sia smarito punto nelle solite aceioni, la lingua auenga ch'ella sia alquanto ingrossata non resta però ella di parlare in ceruello, et con tanta memoria eh’è un stuppore, et cerche con il pensiero di' contìnuo trouare qualche nuovo giouamento al modo come eh’ ha fatto questa notte eli’ hauendosi ¡macinato un bellissimo modo di far un carro o trazito dell’ issafusina (2), subbilo chiamò un seruitore et lo fece scriuere, poi questa mattina ha mandato per un scultore et lo ha fatto fare in modello alla sua presenza, molte simili operationi egli fa et narra di continuo, la onde in lui alimene questo miracolo ch’egli l’accresse l’operationi 111 quel tempo elle gli altri sogliono perderle. S’io uo-lessi scriuere inBnile altre cose non finirei oggi, ma solamente li ho voluto auisnr queste poche, dandomi a credere che si come la M. V. si degna di amarlo, cosi anco li debba piacere d’hauer noua di lui in questa sua ultima uita; Nè restarò di dirle ch’egli è anco in tal maniera conposto con l’animo in Dio, che si conosce chiaramente che lo ama per amore, et non lo teme per paura, sì che dobbiamo sperar ogni bene circa l'anima sua. Non li dirò altro per bora se non che il ue-derlo et udirlo, si come ci porgie assai piacere ▼stupor, così uedendo che perdiamo un huomo così pieno di bontà et altre parti rare, ci apporta dolore e malincolìa infinita , ma poi che così piace a chi regge il tutto bisogna che ci contentiamo del suo uolere raccordandosi che siamo nati per morire, et chi ben muore fa aquisto in questo et altro mondo de imortale e miglior uita, et con questo li baccio le mannj. Di Padoua l’ultimo aprille -1566. D. V. M. diarissimo et padre S.r0 Giac.° L C.° (1) Questo Giacomo Luigi, o Alvise, Cornavo (che ricordai in questo volume a p. 569) figliuolo di Giovanni q. Fantino Piscopia era uomo dotto, amante di varie scienze, e fratello di Marcantonio Cornaro. Egli diede ad Evangelista Oriente stampatore tre dei Trattati del nostro Luigi, che furono dall’O-riente inseriti nella edizione delle Operette di Luigi eseguita in Padova nel 1591.’ Valerio Cbericato del quale ho già detto nel Volume V. pag. 334, affidava a Giacomo Luigi e a Marcantonio Cornaro’ suo fratello, il Trattato, tuttora inedito, della Milizia da lui scritto, e parimenti loro affidava il Trattalo delio schierare gli eserciti di Leone Imperatore, volgarizzato da Filippo Pigafetta. Il Pigafetta noi pubblicando nel 1586 questo suo volgarizzamento l’intitolava a'due fratelli Cornalo, lodandoli siccome allevali negli studj della guerra marittima e terrestre, oltre che nel civile governo de^li Stali e dicendo spezialmente di Giacomo Luigi, che dava nelle sue case albergo continuo a’ soldati a’ virtuosi e letterali; e che aggiunse al Trattato del Chericato alcuni efficaci rimedii circa il preservare "li eserciti da infermità interne ed esterne, rimedii che il Cbericato stimò di pregio e di utile incredibile. E quanto a Marcantonio ci ricorda che militò nella guerra ili Cipro, e che adoprò in Andro isola dell'Arcipelago un fallo memorabile ili pietà e da capitano di esercito vietando a più potere che le chiese dei cristiani greci, nelle quali erano reiterate le donne loto, fossero violate dalla licenza militare, e oltracciò liberando dalle mani de’ soldati, e rendendo al padre una sua formosa figlia rapila. U11 commercio di lettere ira il Pigafetta e Giacomo Luigi si conserva nella Biblioteca del Re di Prussia , siccome assicura il P. Calvi nella Bibl. degli Scrittori Vicentini ( Vicenza 1779 Volume V. ) Giacomo Luigi è rammentalo anche da Lorenzo I’ignoria in una lettera che scrive n Paolo Gualdo in data 21 marzo 1608, inserita a p. 47 delle Lettere d’uomini illustri. Venezia. 1744 8.vo; Anche l’Ayala a p. 18 della Bibliografia Militare (Torino 1854) ricordava i fratelli Luigi (cioè Giacomo Luigi) e Marcantonio Comari, ove dell’opera del Chericato. Queste ulteriori notìzie si a"-ginngono in questo volume alla pag. 5G8. 569 numero III ove di Marcantonio Cornaro. (2) Lizza-Fusitta - luogo lungo il margine alla foce della Brenta. Dicesi anche semplicemente Fusimi. Tomo VI. 97