698 SAN GIOBBE. da Francesco Predari intorno al Cornaro, non senza qualche sbaglio nelle epoche. Egli riporta alcuni adagi del Cornaro, e frolle altre le parole : che gli spirili si muovono dolcemente per le arterie, come il sangue per le vene. E nella noia quattordici il Predari osserva « che queste //ualtordici parole scri- * vevansi dal Cornaro in età di seltantaselte » anni, cioè nel 1544, il che è seltanlacin-» que anni avanti che Arveo pubblicasse la » sua grand’opera sulla circolazione del san-» gue, e quasi mezzo secolo prima degli » scrini di Cesalpipo, di Sarpi, di Colombo, i» di Aquapendente p di Eustachio Iludio » coi » quali ci siamo noi italiani sinora fatli forti » per rivendicarci T originalità di una tanta scoperta— Le suddette parole stanno a p. 50 edizione del Gamba 1826, e sono alla fine iìalTrattalo della f ila Sobria. Ma egli le scriveva non già avendo 77 anni, ina sì 83, come a pag. 44 di detta edizione, cioè del -1550. 26. Francesco lìubelli (sotto le sigle R—I) Ingegnere nell’appendice al numero \. della Veneta Gazzetta Ufficiale 2 gennajo 4855 diede relazione degli scritti sulla laguna della famiglia Cornaro, traendone le notizie e dall’archivio del Magistrato delle Acque, e dalla Raccolta Foscarini posseduta dalla Biblioteca di Corle in Vienna. Quindi ragionò anche dell'antico Marco Cornaro, camerlengo di Padova nel 1449, del nostro Luigi Cornaro, e di Marcantonio Cornaro del quale ho detto nella epigrafe 48. d 02. bis Coignei Prima di passare alla descrizione delle epigrafi esistenti o che esistevano fuori del recinto della chiesa, della sagrestia e del chiostro di S. Giobbe, dico, clic fra gli stemmi sepolcrali, senza iscrizione, ho trovalo che sopra un deposito di pietra cotta collocato al muro dell’andito tra il coro della chiesa e la sagrestia avvi uno scudo partilo ; nella dritta di esso due spade incrocicchiate colla punta all’ insù ; e qualtro mezze lune a'quat-tro angoli ; nella sinistra diviso in quarto, con una luna simile per ogni quarto. Ora questo deposito (*), e questo stemma ho conosciuto spellare alla illustre famiglia francese COIGNET. Recatomi alla parrocchia di San Geremia, per rintracciare qualche notizia in que’ Necrologi, lessi quanto segue : (¡Necrologio libro num. 30. 31. dal 22 maggio t632 al 40 setiembre 4638). « Adi 28 » novembre 4633. l’eccellentissima signora » Anna moglie dell’ eccellentissimo signor » Gaspare Coignet amb. della Maestà Christia-» nissiuia da parto in un giorno e mezzo » d’anni 32 visitata dall'eccellentiss. Tebaldi » et altri medici » — Nella morie di questa dama, la quale erasi accompagnala coll’ainba-scialore Gaspare Coignet signore de hi Thuil-lerie Conte di Courson nel 16 luglio 1626, ed era figliuola di Giovanni Lescalopier presidente del Parlamento di Parigi, fu stampato il seguente opuscolo : Gaffarelli Jacobi Naenia in obilum Annae Lescalopier conjugis Casparis Thuillerii legali regis Gatliarum ad venetam rempub. Venetiis 1633. 4. , libretto già da me citato a p. 441 col num. 3258, del Saggio di Bibliografìa. 1847. 8. Osservo che il suddetto Necrologio dice esser morta di anni 32 (Ireutadue), mentre il Moreri (T. II. p. 929. ediz. 4752) dice 22 (venti-due) ma io credo preferibile l’autorità del libro de’ morti. Quauto al marito suo Gasparo Coignet, abbiamo un lungo articolo nello stesso Moreri, che lo chiama celebre per le sue ambascerie; era figliuolo di Matteo Coignet-, e morì del 1633 nell’eia di anni 57. Ho veduto una Orazione congratulatoria diretta al suddetto ambasciatore da Raimondo Fidai nobile francese per la nascita di Dlarco Coignei figliuolo di esso ambasciatore, impressa in Venezia da Giampietro Pinelli nel 4632. 4.P Rilevasi da quesla essere stato il fanciullo concepito in Francia, e nafo in Venezia e battezzato dall’ eminentissimo cardinale e Patriarca ( era allora Federico Cornaro). Il Moreri non nota questo Marco, ma bensì un Enrico figlio dell’ambasciatore, dicendo : Che Anna lasciò morendo entr’autres enfans flenri Coignet de la Ttiillerie, comle (*) Riveduto,in quest’nnno 1859 mese di luglio il luogo tra la sagrestia e il coro, trovai essere stato coperto lo stemma e il deposito da una parete nuova costrutta per ridurre un camerino ( uoi diciamo destngaroba) a uso della sagrestia, e ciò Quo dal 4833-4854.