832 ALLA CHIESA DI SAN GIORGIO MAGGIORE. lato Trajano Boccalini e il suo tempo; nella quale l’autore si compiacque di ricordare anche la mia opera delle Iscrizioni. Voi IV. p. 373. nota 288. Oltre all’opuscolo di Cornelio Giroldi Ma-rondella intorno alla pestilenza, il quale io pur tengo di sole paginette otto intitolato : « Corneliùs Abbas de Cella qua detinetur ad » populum Pontidae anno domini 4650. De » fenestra cubiculi, quin potius de foramine » ergastoli, quo propter te detineor, ad te » locuturus, Vidua plebs mea ....»» ne ho un altro dello stesso, in lingua italiana diretto al molto Rev. padre don Gioseffo Pisani abbate digniss. di San Giorgio Maggiore di Venelia (vedi la nota 283) nel quale senza riguardi lo rimprovera di non saper reggere con prudenza e con amore fraterno i suoi Monaci. Egli dice. « Il volere nel pri-» mo ingresso del governo adoperare la spada » dell’abscissione con levare dalla patria e< » dal proprio nido questo e quello, e man-•> darlo dove non ha gusto, e dove non ri-» cerca, senza haver provato li suoi porla-» menti, et senza haver ricevuto offesa al-» cuna, et cosi privare con smacco altri delli * suoi uffici senza causa che di semplice re-» lattone o instanza di qualche poco savio » o di qualche molto appassionato, non è » fondamento stabile per edificarvi sopra un » quieto e felice governo. Non est diuturna » posscssio in quam gladio indueimur.... » Benelìciorum gratia sempiterna est. (Quinto » Curzio de Rebus gestis Alexandri ) ... . * Nel resto poi, per far mutar faccia al vi-» ver de suoi monaci, s'ingegni di mostrarsi » universale et benefico più che può, et » studeat plus amari quam timeri, come n'in-» segna nella Regola il nostro P. S. Bene-» detto. La data è Di Pontida li 25 gen--»tÉajè>ii62S:)»ii ilgsh onu ciò bu i,> ou Voi. IV. p. 380. nota 314. Rettifico una mia annotazione. Ho delto che la tavola dell’altare nel Noviziato di questo Cenobio, fu fatta dai Lucchesi Giovanni Coli e Filippo Gherardi Vanno 1690 circa per dono di Vittore Zignoni. Ora quella tavola fu fatta da essi nel 4667, anno let- tovi dall’ illustre Zanotto sulla stessa tavola da lui veduta (Pinacoteca di Valentino Benfatto ec. Venezia 1856 pag. 21). Essa poi fu posta sopra quell'altare circa il 1690 poiché appunto quella cappella fu dall’ abate Agostino Manolesso ridotta nel 1690. Altare ibi (dice il Valle) et icona quae est Lucen-tium piclornm Joannis Colli et Philippi Ve-rardi ex dono P. Victoris Veneti praedicti. Lo Zanotto poi equivocava nel dire che il padre Marco Valle al capo 37 del suo libro intitolato : Pensieri morali espressi nt cinque quadri stanno nel soffitto della libreria di San Giorgio Maggiore (Venezia 1665) ricorda questa tavola ordinala e donata da Vittore Zignoni. Primieramente il Valle non divide in capi quei suoi Pensieri Morali, e non parla in essi punto nè poco di quella tavola: egli parlavi soltanto di que'cinque quadri del soffitto; e io secondo luogo non avrebbe niai potuto nel 4665 parlare di una tavola che fu dipinta nel 4667, cioè due anni dopo, e che fu collocala sull’aliare circa il 4690. Quel capo 37 spelta invece all’ altra Opera del Valle manoscritta ch’io posseggo e che ho più volte in questo Volume IV. citata , opera non mai veduta dallo Zanotto, che ne venne in cognizione soltanto da quanto io ne dissi. Osservo poi che il Valle a quel capo 37 del manoscritto non dice che quella tavola sia stata ordinata dallo Zignoni, come si dovrebbe credere stando alle parole dello Zanotto, ma dice che fu donata circa 1690 da esso Zignoni. Voi. IV. pag. 376. nota 297. p. 385. nota 340. e pag. 389. e pag. 330. Nella Visita artistico-antiquaria fatta da un'apposita Commissione agli Stabilimenti dipendenti dalli. R. Direzione del Genio, (Ven. 4859. 8.° ) della quale Commissione feei parte anch’ io, e ne scrissi il Rapporto, si sono veduti ed esaminati i cinque quadri ad olio ancora collocati nel soppalco della sala che serviva di libreria a’ monaci, ed ora è numerata 120, e fu concluso che si conservino potendovi fare un qualche ristauro. --.(pag. 389). Si è veduto tuttora sussistere sopra la grande scalea, opera di Bal-dassare Longhena, il quadro ad olio di Va-