ALLA CHIESA DI.SAN LORENZO. Vói II. pag. 380. col. 2. Il Ritratto di Gianfrancesco Priuli procuratore a. 4 582 è nella Raccolta del Palazzo Ducale, secondo il Catalogo più citato dello Zauotto al num. 480= Egli lo ravvisa di scuola veneziana, essendone incerto l’autore. Voi. V. p. 572. col. 2. e II, 371. «. Mi avverte il gentile e studioso uomo Giuseppe dottore Tassini di aver trovato nell’E-stimo del 4664, che nella Calle Lion da ine rammentata abitavano i nobili uomini Paolo e fratelli Lion in una casa delle monache di San Lorenzo e che giù dal Ponte Lion si vede tuttora scolpito sul pavimento FONDO DI PROPRIA RAGIONE DELLE VENERABILI MONACHE DI SAN LORENZO. Quindi sembra a lui, e sembra anche a me, più probabile che le località abbiano tratto il nome dai patrizii Lion piuttosto che dalla famiglia Lion armena, se pur qui essa giammai abitò, il che non è notato da alcun Estimo. Voi II. pag. 374. Questo monastero era celebre per distinti sacri Oratori. Ho alle mani il curioso panegirico che vi tenne il padre Francesco Macerie Minorità spagnuolo. Esso fu anche stampato col titolo : « Panegirico sagro del sera-» fico padre Francesco, per recitarsi nel giorno » festivo de’suoi natalitii, nel cospicuo con-» vento deU’illustriss.e madri di S. Lorenzo di » Venetia, del reverendissimo padre France-» seo da S. Agostino Macedo s= Argomento ss » Lo Specchio vicendevole, cioè Paragone tra » S. Lorenzo e S. Francesco. Dedicato all’illu-» st rissi ma sig. Elena Cornara Fiscopia == Pa-» tavii typis et impensis Jacobi Cadorini 4675 » in fol.» Io non vidi tale edizione, ma è citata da Gregorio Leti a p. 499 della Parte quarta, libro quinto della Italia Regnante. Genova 4676 in 42;® Fu poi ristampato, e trovasi inserito dopo la pag. 382. del Tomo terzo del libro Nouveaux Memoires ou Observations sur iItalie et sur les Itatiens par M. GÌ9^?. Loudres chez Jean Nourse, a Naples chez i€an Gravier '765 in 42.® Lo stampatore Giacomo Cadorin 1675 è quegli che dedica alla Cornara. Il panegirico è un capo d’opera per giochi di paiole, e uno de’ più spiogafi saggi dello stile del secenlo. Bastino questi brani ; Com. « Quella già chiamata croce si « chiama al presente giogo, con la differenza » del suam c del meum; croce sua e giogo » mio. Tutto è misterioso : quando è croce * è nostra, suam, quando è giogo, è di Cri- » sto meum.....Il fuoco è pronto per far » l’unione nella fornace della carità : appli-» chiamo l’ingegno c il discorso, e voi Si-» gnori ascoltanti, la benevolenza; vedrete » una bella metamorfosi, cioè IraiisformatiO-» ne di Francesco in Lorenzo col mio favcl-» lare senza favoleggiare; e son da capo .... » Lorenzo era levita, Cristo era la vita, Francesco è levità , senza materia , senza peso , nulla, è niente ad nihilum redaclus sum. Voi II. pag. 386. Fra quelli che studiarono intorno al noslro Marco Polo, si sa essere stato auche il professore Giuseppe Toaldo. Egli lasciò inedita un’operetta intitolata : Dei viaggi e scoperte di Marco Poto emendazione del Codice delle sue opere. (Baseggio Art. Toaldo a p. 342. del Voi. XVIII. Biogr. Tipaldo) = Ora trovo nelle schede Morelliane una lettera del Toaldo all’abate Jacopo Morelli custode della Libreria di S. Marco, in data di Padova p.° aprile 1793, dalla quale traggo il seguente brano. « Ilo trovato un'altro manoscritto di Marco » Polo in lingua veneziana anch’csso, del » 1445, ed è di questa nobile famiglia Lati zara di San Francesco, che me n’ha gen-» tilmente permesso l’uso. Contiene molte » varianti dal nostro, anche di momento; » sicché con questo si potrà correggere, e » supplire il manoscritto Soranzo, che fo ri-» copiare per ridurre il Testo da stamparsi. » L’affiir sarà lungo e pensando di apprestare » l’opera per la stampa, capo per capo col » Testo, le Note critiche, e le Note illustrati-» ve, non ho ancora finito il Proemio. Se » Dio mi darà vita, e salute, faremo qualche » coso. Quando ella verrà a Padova le mo-» strerò quello avrò fatto. » Dio gli diede vita lino al 4797 in cui mori d’apoplessia, essendo d’auni 78; ma l’opera sul Polo rimase imperfetta e inedita.