SAN GIOBBE. d’anni G6 passò all’altra vita, e venne sepolto nella Chiesa della sua parrocchia (1) in una Cappella a piedi dell’aliare di Sant'Antonio la cui Palla da lui fatta eseguire è di mano di Jacopo Tintoretto (2). L’iscrizione semplicissima, è: SEPVLCHRVM ] ANI. UILLEDOM | MDLXXVII, | (1577) posta quindi undeci anni prima della morte sua. Trovo che del 4549. egli era fra i Decani della Scuola di S. M. della Carità (Codice mio membranaceo num. 2148). Del 4584, avendo il Generale de’ Minimi di San Francesco di Paola indirizzati a Venezia due sacerdoti della sua Religione perche procurassero di fondare in questa città una casa religiosa pel loro ordine, vennero accolli nel proprio domicilio dal Milledonne, che li trattenne per sci mesi circa a sue spese, finche ottenessero l’adempimento del loro desiderio. Mediante gli efficaci oflicii di Vincenzo Mo-rosini, e del Milledonne ebbero que’Padri favorevoli le risposte in Collegio. Tanlo poi il Morosini, che il Milledonne fecero istanza a’ Querini delti dalle Papozze, giuspatroni dell’ospitale di S. Bartolommeo di Castello perchè concedessero, e fu conceduto, quel luogo a’ Paolotli. A protettori del Convento vennero quindi eletti dal Generale ambidue il Morosini e il Milledonne (Notizia particolare traila dal manoscritto di casa Querini dalle Papozze ). Scrisse il nostro Malledonne alcuni Dialoghi mollo morali, (siccome dice il suo biografo Darduino ) in figura di altro autore ; ma io non li ho veduti nè so dove si trovino. Ma l’opera più interessante c più nota di lui, e tuttora inedita , è quella che qui descrivo secondo gli esemplari che possiede la Marciana ed io. Gli esemplari Marciani sono alli numeri IV. V. XLVII. LXXXIV. della classe V. degli Italiani (3). I miei sono alli numeri 4G6. 482. 4321. 4820. 4824. 4 999. 2506. 4. motoria del Concilio di Trento scritta » che non ha supplito n gran gionta al debito suo, poiché è picciol coso il deporre la vita per la sua » patria. Dice anco che non ha voluto il Signor Dio darli questo carico non comportabile alle sue » spalle .... Dice che si sta consolato tanto più quanto che il Consiglio di X con l’aggiunta puochi » giorni dopo la sua repulsa, con tutte le balle gli concesse una gratin di non puoca importanza, et » questa in testimonio della satisfattione che sempre hanno havulo quei Signori illustrissimi del suo » servire. » (1) Pel ristauro del Tempio de’SS. Gervasio e Prolasio sua parocehia, demolito e corroso dall'antichità sborsò molti centinara di ducali, e morendo gliene lasciò ancora (Darduino p. 39). (2) Questa Palla rappresenta S. Antonio tentato da demoni! in varie forme di donne; allusiva e al nome di Antonio che aveva il padrone, e al Milledonne ch’era il suo cognome. Per lo che un satirico disse essere talora le donne demonii in carne. (3) Oltre questi quattro esemplari, la Biblioteca Marciana ne possede altri due non autografi del Milledonne, che io aveva già indicati nel Volume V. png. 618. numero 8, ma che allora non erano ancor catalogati. Ora ne sono per la diligentissima cura del vicebibliotecario Giovanni Veludo. Stanno nel Codice CXV. della stessa classe V. in fol. del secolo XVII, così descritti : a Storia del Concilio di Trento di Antonio Milledonne con postille autografe, di F. Paolo Sarpi - copie due imperfette. » La prima copia segnata dall’ab. Jacopo Morelli in numeri arabici comincia : Stette suspeso il Concilio, e finisce II papa fece cardinale un altro. La seconda copia segnata con numeri romani comincia: Poiché il Concilio di Trento era stato suspeso per 8 anni riputando anco alcuni che non si fosse più per riassumere .... e finisce : et io havendo al meglio che ho potuto narrato quanto ho proposto nel principio faccio finej il quale finimento è comune a tutte le copie conosciute del Milledonne. Ha già attentamente esaminalo l’ab. Morelli e poscia il Veludo, ed io medesimo essere tra se di differente dettatura queste due copie, e l’una averne or più or meno dell’altra. La prima, ossia quella dai numeri arabici corrispondere perfettamente alle copie che si trovano comunemente della Storia del Milledonne, quindi alle Marciane e alle mie, ed eziandio a quella che possedeva Marco Foscnrini, citala da lui a p. 351 come originale ritoccato dall’autore e da per tutto postillalo “La seconda ossia quella dai numeri romani essere più copiosa assai (specialmente verso il fine) dell’altra, essendovi dei brani interi che mancano in quella dai numeri arabici s. Da tale diversità, al Morelli e a noi, sembra poter conchiudere che la copia coi numeri romani sia di prima dettatura ; e l’altra dai numeri arabici sia di dettatura posteriore olla prima, ridotta, cioè dall’autore stesso in più breve forma, e riveduta == Il Morelli poi ebbe la diligenza di notarne alcune fra le differenze. Quanto poi alle annotazioni o postille originali marginali di fra Paolo in ambedue le copie apparisce fhinro che egli le fece per uso proprio allorquando stava scrivendo In sua Storia del Concilio di Trento, Il Morelli esaminò colla stessa diligenza, confrontando, varii brani di questa seconda copia dai numeri