SAN GIS . VENET i IAII . C0N1VGIS I1VMILI HOC . IN LOCO CORPVS | 1VSSV SYO CON-D1TVM EST . ANIMASI VERO E | IVS PRO-PTER VITAE VIRTVTVM Q . ET MORVM J SANCTITATEM AD COELESTEM PATRIAM ADV | CLASSE CREDEI) V EST ANNO SA-LVTIS | MCCCCLXXVIII. Di seguito alla precedente sul pavimento del chiostro alla .parte del Capitolo. La pietra, o sigillo sepolcrale dice DEAE non ALI-DEAE, come già lesse lo Stringa (p. 143 l.°) c il Pallerò nel suo mss. = E l’anno è propriamente MCCCCLXXVIII ( 1478 ) non MCCCCXXVIIl (1428) posto c dal Sansovi-no, e dallo Stringa e dal Palfero, ma corretto dal Martinioni, e confermato da tutti i genealogisti. Il nome però vero è Alidea o Aliodea, che non equivale a Durotea, come crede Giovanni Georgio Keyslers ne’ suoi Viaggi in lingua tedesca impressi in Hannover del 1741. 4. p. 774. Ma accorciando il nome Alidea, dicevasi comunalmente Dea (1) 'e tal nome aveano altre donne fralle quali fu Dea Con-tarini moglie di Nicolò Michiel dottore, cavaliere, e procuratore di San Marco, a. 1500, della quale Dea era nel Museo Gradenigo una medaglia grande di metallo col nome del fusore-sotto il ritratto di Nicolò Michiel, indicalo dalle sigle OP. FAB. DEA, o ALIDEA era figliuola di Silvestro q. Marco Morosini, della contrada di Santa Giustina, della famiglia che tiene sullo scudo la Sbarra, o come altj-i vogliono, di Luca q. Giovanni Morosini. I genealogisti ripetendo ciò che ne dice l’epigrafe, la chiamano donna pia e virtuosa. Essa del 1424 era divenuta moglie a NICOLO’ TRON che fu poscia doge di Venezia. L’abate Teodoro Amaden nel Libro 111. Voi. II, p. 56. 57 della manoscritta sua Istoria di casa Morosini dà il disegno di questa pietra, e la inscrizione, e loda la sepolta per virginea modestia avanti il matrimonio, non faslu (jloriosam,e con istile poe- ti I 0 B B-E. 645 tico la chiama una Dea c Giovanni Palazzi nella sua Virtù in Gioco, ovvero Dame pa-tritie di Venetia famose (Ivi 1681. 16.°) pone questa principessa sotto la carta FANTE DE DENARI, a p. 177 cominciando l’elogio: Cor-risposero al nome di questa principessa pietà e beltà. Questa perchè fu la Venere di quel secolo, et alcuni vogliono che DEA non fosse nome, ma sopranome; quella perchè per morire con quella pietà et Immilla che sempre visse potendo esser in superbo mausoleo col marito sepolta nella gran chiesa de Frati Minori,. . . . comandò nel suo testamento d’esser nascostamente sola ed /umilmente sepolta nel chiostro di S. Giob : Aggiunge egli che li Diarii manoscritti veneti dicono, che soleva dire questa principessa scherzando sopra il suo nome Dea sè a Dio ; e che il doge suo marito, avendo sortito un governo tranquillo, era solito dire ; che le sue fortune non riconosceva se non dalle orazioni e dalla vita religiosa della dogaressa, Dea Morosini, sua moglie. Un monumento al muro con arme TRON è nel detto Capitolo, a dritta; il qual monumento, e a dir meglio Cassone sepolcrale senza alcuna epigrafe fu tolto neH'aniio 1822, nò so qual line abbia fatto. Questo certamente indicava che altri TRON aveano colà diritto di sepoltura; e in fatti nel Tomo I. del Bilanzo, o sia incontro di Legati della sagrestia di San Giobbe si leggono benefattori un Antonio Tron e una Maddatuzza Tron. Ma qui, poiché è ricordato il doge NICOLO’ TRON, trovo opportuno di parlarne brevemente, riserbando di dirne di più nella chiesa di Santa Maria Gloriosa de’ Frari, se Dio mi darà tanto di vita da -poter illustrare anche quella importantissima chiesa. NICOLO’ figliuolo di Luca q. Donato TRON, c di Lucia Trevisan di Girolamo ( la quale s’era accompagnata con Luca nel 1594) nacque circa il 4597. Alcuni storici gli danno due mogli. La prima Laura Nogarola figliuola del conte Leonardo, Veronese, della quale Girolamo Corte (Voi. III. p. 97.) scrive: « òltra le virtù cristiane che in lei furono (l).Fu stranamente preso questo nome DEAE per un attributo dato di Dea ossia Santa, a questa principessa, da Giovanni Maria Brasichellense nell’Opera : Index Hbrorum encpurgandorum. Romae 1607. 8. ove n p. 647 parlando delle cose da levarsi nell’Opera di Lorenzo Schrader : Slonumentorum Ita-l>ae :, scrive : Ibidem fai. 307. A in aede D. lob. del. illud DEAE.