844 ALLA CHIESA DI S. GlO: BATISTA DI MVRANO. illustrativo ; e quanto al disegna essere studiato dietro lo stile più proprio al gusto delle contrade nelle quali può essere il lavoro più facilmente smerciato; lavoro che fu lodato da molli e molti intelligenti artisti d’ornato; nè poteva essere altrimenti uscendo dall’ ingegno dal valentissimo nostro pittore prospettico Giovanni Pividor. L’ autore di questo secondo opuscolo è Augusto De Cori Giuralo per la Classe XIX. Voi. VI. p. 390. col. % linea 2. " fi*' ì\ '-t k Ì i >3 Lì- Diqnigio Bigaglia — L’Allacci — p. 400 lesse Diogenia. Voi. VI. p. 392. linea penultima. farraginosa — correggi — farraginosa. Voi. VI. p. 395, nel titolo. S. BERNARDO - correggi - S. GIAMBATISTA Voi. Vi. pag. 397. linea 8. Gergofili — correggi — Geo^olili. JSk'h' ftt? -tri .il* T.t i/ùO ìjf,fo': ci’I&tih ALLA CHIESA , DI S. GIOVANNI IN OLIO. Voi. 11. I>. 183. 184. iscr. 1. Ho detto che questa iscrizione al Boriili fu dettata dall’abate Pietro Betlio, e me lo disse egli stesso. Ma avendola posteriormente trovata di pugno dcll’ab. Morelli negli stessi Zibaldoni suoi, da ine copiati in gran parte, dubito nou sia piuttosto del Morelli, die del Beltio, il quale per la nuova facilin a del pavimento, l’abbia, soltanto somministrata allo scultore. Comunque sia, il Morelli scrisse OMNES, anziché OMNIS (che forse è errore di scalpello), e disse poi QYl MAGNO SVI DESIDERIO REL1CTO - anziché OMN1VM DESIDERIO. ìtìtufoTOi >uiiq ei/ àwìì#o¥oI. II. p. 184. inscr. 8. lUaà*' ieoae- i dilati idi .£ì;j .Il oawfl'. ibe: Nell’anno 1779 fu arricchita la Chiesa dei pp. dell’Oratoria di Chioggia di uà nuovo organo fabbricato da don Francesco Merlini prete veneziano. Vedi pag. 73 del Compen- dio della Relazione isterica della Congrega* zione deliOralorio di Chioggia (Venezia. Al-visopoli 1822. 8.vo Voi. II. pag. 184. 185. Nè ¡’Agostini, nè io avevamo detto chc! Vitale Landò avvogador del Comune nel 1468 fu uno de’ XII nobili che andarono a Trèviso per onorare l’Imperatore Federico III. che veniva a Venezia. Alia pag. 13. 14, e dalla pag. 113 alla 120 de’ Cerimoniali editi dal cavaliere Teodoro Toderini (Venezia. Marti-nengo 1857. 4.° ) stanno la Relazione e i relativi documenti di tale venuta. Io poi nel Codice miscellaneo 2757 alla carta 187. 187 tèrgo, del secolo XVI ho copia di un latino discorso tenuto alla presenza di uu Imperatore da un Vitate Landò dottore e cavaliere. Comincia: «Vitalis Landi » equitis et doctoris ad Caesarem Augustum » Imperatorem: Non me fugit, Ser.ràe Impe-» rator Caesar Auguste ^ omnes fere qui foam • adeunt Majestatem wolitos esse maxrrnè fè, » luainque celsitudinem laudibus extollere . .’. . » Finisce: Caeterum quaedam sunt ducis se-» natusque veneti nomine post salulationem » et debitam veneralionem tuae Maiestati ùo-» bis :explicauda quaè, quunt et otiarn libi » fueritj «il tempfis atqUe locus dabitur ido-» neus, ‘exponentur. Dixi. » (Non v’è alcuna epoca nè il nome dell’ Imperatore). Ora io sospettava dapprima che questa fosse la Orazione, o complimento tenuto dal nostro Vi* tale Landò nel 1468-69 davanti all’imperatore Federico III a Treviso, ma ciò non pare ihe sia. Imperciocché* 1’ Oratore qui dice ■ « Atque eo maxime induxi aniinùm meum , » gloriosissime Caesar, ut difficili tempore, » gravissimaque hieme, frigoris, et alpium » atq. ìòngi itineris labore contemplo libens » cedensque hoc legationis munus a Duce, » Senatuque veneto mihi decretum suscipe-» re, qiio te praesens coram intatto*, cujus » gloriam absens admirabar, » Ma non avendo dovuto nè il Landò nè gli altri* Oratori passare le Alpi per andar incontro a Cesare a Treviso, nè essendovi stalo alcun Vitale Landò dottore e cavaliere come ambascia-tare in quei secolo all’imperatore, devo con-chiudere che tale complimento fu fatto per esercizio, di eloquenza-dal Landò al caso che* .IV ohoT