SAN GIOBBE. seguono le lettere scritte dal Donini al Senato. Sembra (dice Giovanni Rossi, che di ciò fa menzione nei suoi Zibaldoni appo di me) che il segretario avesse ragione, ma io non so come sia terminala la faccenda. E qui analogamente riflettendo il chiarissimo Vincenzo Lazari (I) dice, che o fosse il burbero carattere del Donini, o fosse la non incensurabile condotta del Dandolo (del che sarebbe forse pruova < il non essersi di poi a lui affidato alcun importante carico ) o fossero anche private animosità fra loro, egli è certo, che l’avvenimento riuscì di cattivo esempio. Sostituito quindi con la Commissione 2 maggio 1562 Daniele Barbarigo al bailo defunto Girolamo Ferro, e ritornali a Venezia il Dandolo, e il Donini, questi lesse la Relazione che si ha a stampa e dì cui qui tosto dirò; nella quale narrando i meriti suoi, dice fralle altre cose : « Nel qual bailaggio » ho negotiate tutte le cose che sono oc-» corse a Vostra Serenità, di quel modo c’ho # giudicato bene et con dignità et riputa-» tione dì leila quale ho sempre stimato » che debba valer mollo nella Turchia, com-» ponendo le minute delle liltere, scriven-» dole a V. S. facendo le replicate di quelle, » ponendole poi in registro, rispondendo di » tempo in tempo alle littere dei clarissimi » Rettori et Consoli, et finalmente avvisan-» doli di tutto quel eh’ io potea conoscere » di dever essere di benelìtio di questo se-» renissimo Stato ec. (2). Quando sia morto il Donini, e quali altri incarichi abbia precedentemente sostenuti non mi consta. Tengo di lui; autografa: « Relazione dell'impero Ottomano di Marcantonio Donini segretario del bailo Girolamo Ferro, letta in pregadi l’anno 1562.» (Codice cartaceo in fol. picc. segnato n.° 774., avente in fine di altro carattere un Estratto della Relatione medesima - Comincia la Relazione : Non serà meraviglia, Sermo Prìncipe, graviss.0 et ecc.mo Senato, s’Io M. Antonio Donini .....Finisce : et con tanti pericoli di- ligentemente et fedelmente servita. Poi viene una giunta relativa al Cottimo di Costanli-nopoli. L'Estratto comincia: Solimano fu giustissimo principe, ma crudelissimo padre .... et erano perciò entrate nel fisco del Gran Signore duemila case di persone ck'erano morte ( dalla pestilenza ) con tutti li loro propin-qui = Tale Relazione comunicata da me al-1’ illustre Vincenzo dottor Lazari, venne inserita a pag. 175 e segg. del Volume IX. delle Relazioni edite dal chiariss. Eugenio Albóri in Firenze nel 1855 ; ma il Lazari credette di ometterne quasi una metà verso il fine, avendo recato la sola parte politica, tralasciata quella che verte intorno ai minuti particolari dell’ operato del Donini in Costantinopoli. Ho già detto altre volte che 10 non sarei stato del parere di omettere anche coleste parti delle Relazioni, tanto meno in questo caso in cui l’Oratore dà buoni suggerimenti o ricordi al Senato relativi all’amministrazione del bailaggio, e in cui non si trattava soltanto delle condizioni speciali della persona di lui, come per lo più nei brani omessi in altre Relazioni = Per esempio : Il Donini nello squarcio, che manca nella stampa, fra i ricordi, dice: che la Signoria continuasse nel far de’ regali a Sultan Sei in che era per succedere al padre nel trono, e così ad altri principali, col cui mezzo si potrebbe ottenere cosa che importasse ben più de’ presenti fatti. Che tenesse alcuno agente presso il Sofi, 11 quale nelle occasioni darebbe tanta gelosia agli imperatori di Costantinopoli che da questi verrebbero facilmente alla Repubblica concedute molle delle cose che ora le sono denegate : oltre di che stringendo amicizia col Sofì, polrebbesi trattare ciò che fosse necessario per sicurtà dell’isola di Cipro « la quale ogni volta che da questo o da » altri imperatori di Turchi fusse molestata, » et chel S.r Soffi si lasciasse semplicemente » intendere di esser tenuto a difenderla per » le capilulationi, ch’egli havesse fatte con « Vostra Serenità, finzendo solamente di (!) I. c. p. 162 e 174. (2)^ Questo brano manca nella stampa. Per quanto poi esagerato sia l’esposto, apparisce però anche da ciò, non essere del tutto infondata quella generalmente invalsa opinione che nelle Ambascerie e nei Reggimenti, iSegretarii erano molte volte i negoziatori e scrittori principali, e ¡Rettori poco più che i soscrittori de’ dispacci.