688 SAN GIOBBE. go (I). Nacque in Venezia, probabilmente nell’anno 4467 (2); ma in Padova passò la maggior parte della sua vita. In quella città ebbe i rudimeuti delle letterarie discipline, ma per sua slessa confessione, occupò piuttosto il tempo nella crapula, che negli studi. Giunto poi agli anni trentacinque, e fatto più maturo di senno diessi a cultivare le arti belle, e massimamente l'architettura. Incontrata amicizia col veronese Giammaria Falconetto, pittore ed architetto di fama, ne fu il mecenate, lo ricoverò in casa sua, e con esso andossenc a Roma, dalla quale città tornato in Padova fece costruire una magnifica Loggia (3) e ornolla di pitture, statue, e quadri tolti dai disegni di Rafaello, (1) Circa la paternità di Luiyi vedi diversità in una delle Note a p. 690. Chi fosse poi sua madre non risulta né dal libro nozze, nè dagli alberi genealogici; la qual cosa fece credere a taluni (vedi Papadopoìi nelle Testimonianze ) che il nostro Luigi Cornciro non fosse nato di legittimo matrimonio. È certo però che per colpa de’ suoi antenati, Luigi avea perduta la nobiltà. Infatti nelle genealogie di Marco Burbero (riportate da Apostolo Zeno, ove ricorda il Cornaro a pag. 343. 346. Volume II. Bibliot. Fontijoini ) si legge, in sostanza, che Rigo Cornaro figliuolo di Marco doge (1365) commise un omicidio, per lo quale venne sbandito da. Venezia, e privato della Nobiltà ; che passato Rigo in varii luoghi, dopo qualche anno si ridusse in Padova, dove per maggior cautela, mutato nome e casato fecesi chiamare Antonio Righi o Antonio di Rigo, e vi prese moglie Agnesina dal fognarne, o de Lignamine ; che da questo matrimonio nacque Jacopo de Righi, ovvero dal Legname-, eh« da .Iacopo vennero due figliuoli, cioè Luigi (che lo Zeno chiama I) ed Antonio; che questo Luigi I. nel -1490 avea prodotto all’Avvogaria autentiche prove d’esser legittimo discendente da Rigo Cornaro figliuolo dei doge Marco, e perciò il suo nome fu descritto nel libro d’oro, passando la grazia anche nei suoi legittimi discendenti (*); che da Antonio venne Luigi (detto II. dallo Zeno) eh’è l’autore della Vita Sobria del quale parliamo, e al quale, sull’esempio dello zio Luigi I. fu facile ottenere il fregio della veneta Nobiltà (**). (*) Non fu fedele. Apostolo Zeno a quanto dicono le genealogie del Barbaro che tengo anch’ io in copia esattissima. E vero che del -1490. Luigi I. voleva col mezzo de’ parenti di casa Corner e di altri lestimonii provare la sua legittima discendenza da Rigo figliuolo del doge Marco; ma è vero altresì che non furono mai esaminali li testimoni, e fu fama che messer Zorzi Corner fratello della Regina li fisse contrario. Mori poi esso Luigi I del 1492 adì 9 ottobrio, et i suoi discendenti rimasero del popolo (cioè non iscritti nel libro d oro nè atti al Maggior Consiglio). (**) Come lo abbia ottenuto, non so, non avendo io veduto il processo. È certo che lo ottenne, come dalla lettera di lui allo Speroni 1542, della quale vedi alla pag. 691. (2) Dico probabilmente, perchè, quanto all’anno della sua nascita, Vè diversità di opinioni, diversità proveniente dallo stesso Cornaro, il quale in qualche sua operetta ora dice di avere una età ed ora un’altra, sebbene scriva in uno stesso anno. Veggasi per esempio il Trattato della Vita Sobria impresso del 1558, ove a p. 3 tergo egli scrive di contare anni 81, e a p. 22 tergo, anni 83; e veggasi la lettera a Daniele Barbaro impressa nello stesso anno 1558, ove dice di avere anni 91. ec. Ma però è certo il mese e l’anno della morte del Cornaro, cioè il maggio 1565. Ce ne assicura Anton-Maria Graziani il quale nella Vita del cardinale Gianfrancesco Cominendone (.p. 17. 223. edit. 1669), dice di essere stato presente alla morte del Cornaro succeduta nell’anno stesso in cui fu eletto cardinale il Commendone, che fu nel MDLXV. E ci assicura eziandio che quando morì aveva 98 anni (iSpiritimi ad octavum et nonagesimutn annum perduxit). Quindi puossi all’anno 1467 stabilire la nasci^ di lui, siccome fu già opinione di Apostolo Zeno (Voi. II. pag. 346. Bibl. Fontanini ) Vedi però micSe nella pag. 692 nurn. 5. e nelle seguenti Testimonianze Lorenzo Pignoria. (3) Sebastiano Serlio nel libro VII. p. 218 e seg. delle Opere sue, ediz. veneta 1584. 4. diffusa-mente descrive la casa del Cornaro in Padova, e ne dà i disegni, non senza lodare il padrone che si dilettava di tutte le arti nobili et virtù singulari, et massimamente dell’ architettura ~ Ma più esatti disegni intagliati in rame ne diede Giannantonio Battisti delineatore e incisore, in una sua Bac-colta d’Istruzioni d’architettura civile ec. Venezia 1786. fol., che ho altrove indicata, e che oggidì (1859 novembre) è posseduta dal valente architetto signor Lorenzo Urbani. Il Temanza alla pag. 138 della Vita del Falconetto ricorda la delineazione di questa easa del Cornaro descritta dal Serlio, ma dice che non corrisponde gran fatto ai vero perchè il Serlio fìdavasi ciecamente di altri delineatori; ma lo giustifica avendo il Serlio messo in ordine questo VII. libro in tempo ch’egli era in Francia, e perciò non ebbe il modo di poterne fare nuovo confronto. Quindi male a proposito, dico io, il mar»