SAN GIOBBE. 697 guna ec. (Venezia 4 792. 8. fig.) ricordando il Trattato inedito, di cui ho fatto menzione al num. 11. delle Opere manoscritte, dice. I suoi suggerimenti tuttavia furono dal sapiente discernimento di que’ Padri fortunatamente rigettati. 17. Filippo Argelati (Biblioteca dei Volgarizzatori. Voi. III. p. 558) scriveva: La lettera LVIII di Seneca tradotta dal magnifico m. Luigi Cornero nob. veneziano. Sta nel suo libro intitolato : Trattato della Vita Sobria. In Padova per Grazioso Percacino. 1558. 4. V. Fontanini, Eloquenza Italiana. Venela edizione p. 642. Il Cornaro non tradusse mai l’epistola di Seneca LVIII. L'Argelati fran-tese le parole di monsignor Fontanini (Eloq. Italiana p. 642), che sono : Il libro, Trattato della Vita Sobria fu ristampato più volte e tradotto in più lingue e sempre lodalo da tutti gli uomini di buon senno come dal Mureto la lettera LVIII di Seneca. Lo sbaglio del-rArgelati iu ripetuto dal Paitoni ove di Seneca IV. 23. 18. Marco Foscarini (pag. 502. nota 235 Letteratura ) corregge gli abbagli presi da chi fece le giunte agli Elogi del Thuano, relativamente al Cornaro, appoggiando le sue prove a quanto di sè stesso disse il Cornaro, e quanto Apostolo Zeno nella Fontani-niana. Egli perù ritenne col Graziani Fauno 1565 alla morte del Cornaro. 4 9. Tommaso Temanza nella Vita di Giammaria Falconetto inserita nelle Vite degli Architetti veneziani (Venezia 1778. 4.) parla con grande onore del nostro Cornaro amico di tutti quelli che professavano le arti belle e quindi del Falconetto (p. -137 e segg. ) 20. Jacopo Morelli illustrando la Notizia d'opere di disegno di un anonimo raccolse da chi lo precedette belle e succose informazioni intorno al Cornaro a p. 106 nella nota 18. 21. Miscellanea di varie operette. Venezia. 1740. 1744 - appresso Giammaria Lazzaroni, e presso Tommaso Bettinelli - Volumi otto iu 8.vo, del qual libro vedi a p. 590 n.° 4432 del mio Saggio di Bibliografìa veneziana. Ven. 1847 := Ora nel Volume settimo dalla pag. 151 alla 175 stanno lettere di varii a Luigi Cornaro, e sono il Cardinal Cornaro 1552; 1534; 1561; Cornelio Musso vescovo di Bitonto 1556, il Cardinal Gonzaga 1562; Mario Savorgnano 1563; Bortolamio Zaeco 1563; Paolo Pino 1564; Danese Cataneo (era lo scultore rinomatissimo) 1564; il cardinal Commendone 1565; Giovanni da Leze cavaliere e procuratore 1565= Alla p. 175 lino alla 192 stanno altre quattro leltere del Musso a Chiara Cornaro figliuola del nostro Luigi, della quale si è detto anteriormente. Sono degli anni 1564, 1571, e 1573. 22. Francesco Eugenio Guasco nella prefazione ad una ristampa de’ Discorsi del Cornaro fatta in Lucea criticava le opinioni del Cornaro intorno alla Vita Sobria, dicendo che sono più dilettevoli a leggere, che a praticarsi. Il Gamba ristampando il brano relativo trovava irrepugnabili le ragioni del Guasco. 23. Luigi Romano (Prospetto delle conseguenze derivate alle Lagune di Venezia ec. Venezia 1815.) nel Voi. I. p. 386. 387, trova non adottabile il progetto da Luigi Cornaro proposto per separare le aque della comune dell’ ordinaria alla marea da quella de’ sopraccomuni ec., e dice in generale che chi ha soltanto attinti i principii dell’idraulica è in grado di confutare le idee di quello d'altronde chiarissimo patrizio. 11 liomanò poi non trova nemmeno adottabile il progetto di Girolamo Fracastoro che confutando il Cornaro immaginò di fare per la laguna molti argini o colline oblunghe. 24. Bartolommeo Gamba fu il primo che scrisse di proposito sul Cornaro, estraendone le notizie dall’opere sue e da chi ne avea dello antecedentemente. 11 libro s’intitola ; Discorsi della Vita Sobria di Luigi Cornaro, edizione con nuove aggiunte. Venezia. Alvisopoli 1816 in 12. = Ne diede nel 1826 una seconda edizione, col titolo: Discorsi di Luigi Cornaro intorno alla Vita Sobria edizione ricca di aggiunte. 12.° nella (piale inseriva quel suo Discorso delle lodi di Luigi Cornaro patrizio veneto come mecenate delle belle arti, che era già stato stampalo a p. 33. degli Alti dell'Accademia Veneta. Venezia. Picolti. 1817. 8vo. Egli, oltre le operette del Cornalo, ristampò i Discorsi dello Speroni per e coulro la Sobrietà, le lettere di altri al Cornaro_, e rammentò molti fra gli illustri che parlaiio del Cornaro. 25. Nel Volume IL della Iconografia Italiana. Milano 1856. 8.vo avvi articolo scritto