706 S A N GIOBBE anteriormente sotto il principato di Nicolò da Ponte, come leggesi nelle anzidelle Notizie = Éss’cra situata parte sul campo e parte sulla fondamenta di S. Giobbe di faccia il Ponte. Sussiste la casa col num. 624. e vedesi segnala al num, 31. della Tavola XVIII della Iconografia delle Parrocchie Venete -fol. anno 1821. Non saranno superflue alcune cronologiche notizie intorno a tale Confraternita, e allattar maggiore della chiesa di S. Giobbe, che traggo dalli Processi del mo-nastero, c da altre carte, -1450. Fu lolla ad afiitto una camera a pe pian per far la nostra Seola nella casa da Cà Gonella perchè guarda in fazza el ponte grondo dì legno di S. Giob (Proc, L). 1455. Callislo 111 con bolla di quest’anno quarto nonas septembris concede indulgenza a chi entrerà nella frqglia di S. Bernardino e visiterà la chiesa di S, Giobbe (Proc. XLVI). 1465. 29 aprile in S. Geremia. Sier Vct-lor Gonella q. £ Alessio da e dona al sor. preucipe ms. Cristoforo Moro una casa da sasenli con so terra vacua messa in el con-¡in de San Ieremia chel detto ha da g Fellor Zappa murer che son quella che ave dal capitolo e dai preti de S. Ieremia appresso la chiesa de S. Iub e de S. Bernardino ss (Processi XLII e XLVI), e nel Ialino seguente, 146o. 26 luglio si legge che il doge Moro compera la suddetta casa cou orto da Zuanne e Regina Gonella, una domus a saxen-tibus (1) ad pedem planum el in solario cum sua curia sivn spongia (2) et puteo in ea posilo (ivi, e Proc. L). 1471. adì 8 maggio. Il doge Moro dona la detta casa alla nostra Scola (ivi). Nel Processo XLI. se ne ha il documento che comincia « Io Cristoforo Moro per la grazia » di Dio doge di Venezia non per lòrza, » paura, vel per altro crror dutto, ma per » stimolo de elemosina et carila et in rc- » medio de l’anima mia dago, dono, et rcal-» mente transferisco a voi provido homo Lu-» nardo di Augustini come gastaldo della » Schola di S. Bernardino et compagni et ** vicarii successori in perpetuo una pro-» prietà di terra e casa coverta e discover-» ta . . . . appresso il monastero di S. Iob » et San Bernardino . . . acciò siano tenuti » esso Lunardo e compagni fabricar over » far fabricar della mi là della dita casa la v schola de San Bernardin et dell’altra mila » far fabricar una casa la qual si deba af-» Citar a prò della Schola. » Questa stessa disposizione in lingua Ialina sta nel Processo n.° XLI. die ocluva maii -1471. 1508. Fu fallo far la nostra Croce d’argento di peso onze 66 da Stellano chioda-rolo fu nostro guardian grando, come si legge in della Croce (ivi). 4 556. Fu rinnovata la Mariegola della Scola (Proc. XLVI). 4 558. II giugno. Fu fatto far il stendardo per metter all’abati il giorno della festa di S. Bernardin da Tizzian Vecellio Cadorino pittore famoso e costò scudi 17 veneziani come in libro cassa veeclùo o carte 8. e 9. il quale si conserva in nostro Oratorio (5) ( Proc, L ). 1581. Il febraro. Fu fallo far la piera di nuovo dell'abate (4) al ponte grando (ivi). 4585. 6 ottobre, ¡strumento di Giamba-tisla Benzon N. V. che contiene la concessione falla dalli RR. PP. di S. Giobbe al N. II. £ Lorenzo Priuli (5) di poter far fare nella nostra Cappella (cioè la Cappella maggiore nella chiesa di S. Giobbe) il suo deposito o arca per il prezzo di ducali 50 (ivi). Vedi iscrizione num. 24. 1584. 26 febbraro. ¡strumento dato in Roma che contiene l’aggregazione della nostra Scola aU'archiconfraternita della Madonna santissima del Gonfalone, e Regole della (1) Sazenti, e Sacenti, e in latino Saxenle». Cioè casa non da stazio ossia dominicale, ma da afiìu tarsi. Vedi Galliciolli I. 337. b ~ Curia, cioè cortile. (2) Spongia, quel recipiente dell’acqua che poi filtra per la canna e va in pozzo: anche oggi si dice sponze del pozzo. Vedi Galliciolli I. 2G4. (3) Bella memoria. Non so se notata da altri. (4) Abuie Piedistallo o colonnetta di pietra su cui s’innalzano i vessilli religiosi in occasione di qualche festività. Ogni Confraternita ne avea per lo meno uno; ma la soppressione di esse e di alcune chiese, ne fece perdere molti. (3) Lorenzo Priuli che fu poi patriarca e cardinale. Aveva ciò domandato ed era stato conceduto dai Padri ; ma la Commissaria Moro non la approvò.