SAN GIOBBE. alle colonne rosse del palazzo Girolamo Va-laresso traditore (Sanuto 1173. li74). 4463. Si fa cavazione del Canal Grande ( Malipiero II. 654 ). 4464. 8 marzo fu condotto in Venezia il corpo di Bertoldo d’Este morto nella Morea, e * il doge intervenne alle esequie. Oratore fu Bernardo Bembo dottor (Sanuto 1179). •1464. Aqua alta che fa grandissimo danno alle mercanzie ( Mal. I. c. ). 1464 e \468. Pestilenza (Insc. Ven. voi.IV.) 1464. 2 novembre. Il doge Moro, dopo ritornato dalParmata, esponendo in Senato, essere appo lui rimasta la Tenda di gioje solita tenersi per altri casi simili nè volando nè avendo mai avuto l'animo lenirla in uso e beneficio nostro, ma per la chiesa di San Marco, aggiunge queste parole : « L’anderà » parte che alla detta chiesa sia data et ro-» magna, e con i signori Procuratori di quel-» la, con quello meior modo apparerà, se » ne trazi denari i quali sian messi in or-» namento della detta chiesia, come femo » delle onorificentie offerte, in luogo delle » giostre, e feste, obligadi per la creation » nostra et de tutto tenir buon conto a chi » sarà dato, et come dispensato, secondo che » Noi femo delle sopradette onoranze et obla-» tion, e che apparera ordenadamente per-» che tutto daremo in nota, come delle cose » fatte za avemo dato ai sopradelti signori » Procuratori della chiesa di missier San » Marco » (Codice mio 1209. pag. 61). 1467. Il duca Borso di Ferrara venne a Venezia nel mese di marzo a visitare il doge e la Signoria, il quale veniva spesso mostrando grandissima benevolenza a questo Stato (Sanuto 1184). 1468. Il cardinale Bessarione patriarca di Costantinopoli con lettera data da* Bagni di Viterbo dell’ultimo di maggio offre alla Repubblica, e per essa al doge Moro la preziosa sua Biblioteca. Tale lettera più volte nell’ originale latino fu stampata e fu tradotta in italiano, leggendosi alla pag. prima del volume primo delle Lettere dì Principi. Venezia. Zilettì 1581. 4. E qui noto, come alla pag. 658. del Voi. II. degli Annali del Malipiero si aggiunge che per questi libri donati dal Bessarione è sta fatto una libreria in Palazzo nuovo ma da può' la è sta desfatta e dona i libri a' frati de San Zua- 579 nepolo. Questa notizia si conferma dijl’ab. Jacopo Morelli a p. XXX. XXXI. della Dissertazione Storica della pubblica Libreria di San Marco (Ven. Zatta 1774. 4.) e dal documento del 1494 recato dal padre Berardelli a p. 165 del T. XX. della Nuova Raccolta Calogerana ; quindi non sussiste 1’ annotazione moderna posta alla pag. 658 degli Annali del Malipiero. 1469. Anno in cui per la prima volta si cominciò a stampare in Venezia. Vedi Monumenti del principio della stampa in Venezia messi insieme da don Jacopo Morelli. 4. Ven. 1793. ■1470. A’14 di luglio è appiccato alle colonne rosse del palazzo Bartolommeo Memmo che aveva sparlalo del doge e del consiglio, e avea detto ad alcuno : Vegnimo diese a consejo domenega che vien et le corazzine sotto le veste e amazzemoli, comenzando da questo becco de Christofol Moro. (Malipiero. IL 656. 657. 658). 1470. Quest’anno si cominciò a solennizzar il di di S. Bernardino da Siena a in-slantia del dose D. Christofol Moro, al qual ditto Bernardin predisse che ’1 sarave dose ( ivi 658 ). Tra il 1462 e il 1471. questo doge nel suo tempo fece compiere molte cose in Palazzo, che mancavano a fornire. (dice Sanuto p.1194) Queste cose, a giudizio del chiarissimo Francesco Zanotto a p. 79 del fascicolo 55 della grande opera sua II Palazzo ducale, allorquando salì al trono il doge Moro, riguardavano soltanto l’arco di fronte alla scala de’ giganti, il quale fu compiuto, dimostrandolo lo stemma del doge scolpito replicata-mente. A pruova di ciò aggiungerò io quanto dice il Palazzi (Fasti ducales p. 167): Sub eius principatu pars interior ducarii vestibuli ad summum deducta : cuius in fronte circa fastigium, Mauri statua ex pario marmore erecta etm duabus aliis primorum parentum, visitar. Le due statue di Adamo ed Èva si veggono tuttora; ma la statua del doge Moro, genuflessa davanti il Leone, la quale era sovrapposta al davanzale che nudo sì vede, non c’è più: tolta via del 1797 dal furor democratico, che le altre levò od infranse s Errava dunque lo stesso Sanuto dicendo che sotto il doge Moro fu compiuto il lavoro della Porta grande del Palazzo ducale ch'era