704 SAN GIOBBE. andò Oratore ad Alberto II. Duca d’Austria per trattare col sua mezzo accordo col Patriarca di Aqiiileja Nicolò (Caroldo. libro 7. pag. 220, il quale dà il titolo il Grande al Contarmi probabilmente per distinguerlo da altro di minor condizione). Ambasciadore fu spedito al re d'Ungheria Lodovico nel maggio 4351 unitamente a Marco Cornaro ca-valier, Marino Falicro, e Nicolò Lion per ottenere il passo a Treviso (Libro Ambasc. e Genealogie Priuli). In questo anno fu conciglielo della Città (ivi). Per assicurare la provincia dell’ Istria dall' armi dello stesso re, venne nel 4 553 invialo provveditore colà insieme con Gazano Marcello, e Pietro Dol-fin (Caroldo p. 258 tergo. Libro 7.). A’ Signori di Padova nel 4554 andava per procurare la ratificazione della Lega, e quindi a tutti i principi di detta Lega convenuti prima a Montagnana e poscia a Vicenza, c per la elezione del Capitano generale che cadde in Francesco da Carrara. A tale effetto passò l’anno stesso Oratore a'Mantovani (Caroldo. ivi. p. 247. 248. e Cittadella. Dora. Carr. Voi. I. 224. 228). Fu il Conlarini nell'anno medesimo uno de' cinque Savii per le occorrenze della guerra. Gli allri colleglli suoi erano Marco Corner, Marco Ginstinian, Paolo Loredan, e Nicolò Lion (ivi. Lib. 8. p. 252). E fu del 1555 eziandio il Contarmi deputato alla trattazione della pace co’ Genovesi fatta sperare dall’imperatore. Nell’anno appresso, 4556, il Contarmi, che qui di nuovo è nominalo il Grande, con Francesco Bembo e Nicolò Falier da S. Apollinare venne spedito a’ signori milanesi Galeazzo e Bernabò Visconti, per accomodar le differenze Ira loro e i collegati suoi avversarli, cioè, Mantovani, Ferraresi, Bolognesi (Caroldo 1. c. 285 ). Era de’ cinque Savii nel 1557 sopra la materia dell’Istria e Schiavonia spettante alla guerra, e a compagni ebbe Pietro Mennno, Nicolò Giustiniani, Paolo Loredano il giovane, e Andrea Zane. Anche in questa occasione il Contarmi ha l’attributo di grande, come nell*altra dell’anno stesso 4557 quando fu eletto capo della città nostra per due mesi insieme a Giovanni Mocenigo e a Benedetto Emo ( ivi 288. 289 ). Fu anche negli anni 4545, 4554, 4355, 1556 uno dei XLI. elettori de’ dogi Dandolo, Falier, Gra-denigo, e Dolfin. Moriva del 4558 (cinquan- totto). E qui lo stesso Priuli aggiunge: Fa-òricò l'hospital di S. Gioppo. Ma la cosa ha bisogno di esame. Io trovo nelle genealogie patrizie di Marco Barbaro (secolo XVI) e di Alessandro Cappellaio (secolo XVIII), essere vissuti più o meno contemporanei tra il 4500 e il 4400 almeno quattordici individui col nome e cognome Giovanni, o Zuanne, o Zuanin, Contarmi. Ma due soli tra questi veggo che avessero a padre un Luca, cioè Giovanni q. Luca q. Nicolò =r e Giovanni q. Luca q. Zaccaria. Ad uno dunque di questi due Giovanni devesi ascrivere la fondazione dello Spedale di S. Giobbe = Il Barbaro l’attribuisce a Giovanni q. Luca q. Nicolò, e a questo stesso l’affibbia, come si è veduto, anche il Priuli. Ma il Priuli errava certamente nello ascrivere a questo Giovanni tutti gli altri onori e delle ambascerie, e delle elezioni di dogi. E infatti, questo Giovanni sarebbe morto del 4358, cioè venti anni prima della fondazione dello Spedale, che fu nel 1378 e d'altronde Giovanni fondatore venne approvato pel Maggior Consiglio, come si è veduto, soltanto del 1354, mentre Giovanni ambasciadore ed elettore, era già stato nelle legazioni fino dal 4332 — Io pertanto conchiudo essere veracemente fondatore dello Spedale quel Giovanni q. Luca q. Nicolò; tanto più, che non lo può essere quell’ altro Giovanni q. Luca q. Zaccaria, perchè questi, giusta le medesime genealogie di Marco Barbaro, si è del 4 402 ammogliato con Dandola Dandolo, mentre Giovanni fondatore era già allora vedovo, e fatto sacerdote, e sua moglie avea nome Isabella, non Dandola. E a qual Giovanni dunque spetteranno le ambascerie , e gli altri onori? Non è facile il saperlo; ma adotterei il sentimento del Cappellari il quale alcuni di quegli onori attribuisce a un Giovanni, detto Zanotto, dalla Malvasia, figliuolo di Michele. Esso fu del 4 326 pode* stà a Trieste (Il Mainati Io dice Zanino) ; del 1359 podestà di Padova, del 1543 elettore del doge Andrea Dandolo; del 4549 podestà di Padova, del 4554 elettore del doge Marino Faliero, e del 4555 elettore del doge Giovanni Gradenigo. E non gli assegna altri carichi, nè dice quando sia morto. Del resto allri Giovanni, fra que’ quattordici, si resero distinti; e di questi fu un Giovanni