dei ribelli il « comando delle truppe di operazione » ha a propria disposizione molte migliaia di uomini con artiglieria e reparti di mitragliatrici. « Chi viaggia in Croazia e specialmente nella re gione del Velebit — continua il giornale — comprende subito le ragioni di tanto apparato di forze, Non occorre conoscere la lingua per capire che la popolazione passa alla resistenza attiva contro i poteri statali. Coloro che, sapendo il croato, sono in grado di parlare coi capi e non sono sospetti di spionaggio, possono senz’altro apprendere come la insurrezione viene organizzata. Gli « ustasi » non sono più una lega segreta. Essi compaiono in pubblico con una bella uniforme, e la popolazione non nega affatto di appoggiare la loro azione. Persino i Serbi della Lika rispettano i volontari, o almeno li tollerano. Non si tratta di un corpo improvvisato, ma di truppe organizzate con pazienza e con cura, in base alla divisione territoriale per villaggi, distretti e provincie. L’equipaggiamento è solido, l’armamento consiste principalmente in pistole automatiche di tipo modernissimo. « Da qualche tempo i ribelli croati hanno un giornale proprio. Sono stati stampati anche lo statuto dell’organizzazione, le prescrizioni per l’arruolamento, il regolamento disciplinare, le norme di equipaggiamento, ecc. « La rivolta — continua la Reichspost — non è affatto cessata. Vero è soltanto che fu dato ordine di limitare il più possibile le azioni a causa della stagione sfavorevole alla guerriglia in montagna. Ciò nonostante negli ultimi tempi sono avvenuti nuovi conflitti fra la gendarmeria e gli insorti, non solo nella Lika e nella Dalmazia setten- - 160