754 SAN GIOBBE. che è la dieta figliola della grande continenza. Et non manchò, tal che in pochi mesi se liberò dalla infermità. Et si maritò et hebbe una unica fiola et volse con tal modo ritornare lo uso della nobiltà nela sua desendentia perche volse maritarla nella sua stirpe e progenie Cornar« et nel più bello et di magiore inteleto che all’ hora fosse in la sua patria, e seben hebbe grandi partiti d;i diversi di quella di altre casate, et così di altre cità de Italia, volse maritarla come è deto. L’unde fece aquisto de una belissima numerosa e bella desendentia. Et così fece cinque noinbili aquisti, il p.° dela facultà per mezzo molto lodabile, il 2.° della casa così rara e bella, il 3.° dela sanità, il (juarlo de l'uso della nobiltà venetiana che con dinari non si po aquistare ; il quinto de una così notabile e numerosa desendentia che fara la sua progenie eterna. Et vedendosi moltiplicare li nepoti deliberò di creserli la facultà et aquistò due milia campi de paludi per ritrazerli, et ne l’itraze la quarta parte in due anni, et li ritrnzea tuli, et la invidia non li ostava che fu querelato che questo retrato era a dano de la laguna; et non perho era vero; et vedendo le brigale che li era inosa una tale lite et una altra non meno importante, conchiuseno che queste fureb-beno conoscere che se le cose sue erano procedute con felicità che era proceduta da buona fortuna et non dal suo inlelelo. Et sendoli sucesse tal due liti, esso non perho si atristò, ma si ra-legrò con dire che Dio gli I’ havea mandale perche si conosese ancora la sua constantia e buono core, et se pose a difenderle alegramenle. Et le vinse con suo grande utile et honore, et fini da imparare che modo vi era per liberare da ateratione la laguna. Et vedutesi queste vitorie ogni uno fu nstreto che non li erano sucedule le sue cose per buona fortuna, ma per lo suo bello inteleto, che così veramente fu. Et imparatala perilia della laguna,-vedendo che la sua patria pativa per la ateratione de la laguna, aricordò esso il modo di levare tale contrario, et lo levò ancora che ciò fosse con suo danno come sì vide e si sa. Trovò poi modo di liberare da aque il padovano, che nella sua quarta parte era fato paludoso et inutile. Et questo hora si vede in fato come questi belli monti che erano circondati da paludi per cagione de le aque, hora aricordando esso il modo di levarle sono liberati da quelli, et futi molto belli et infiniti patroni de luti lungi et de altri simili, sono fati richi. L’unde si vede che ha levato a questo teritorio in quelle parli il male aere e fato buono e il paese bello e date intrate alli padoani cose che tengono del divino. E per acresere la 3.a volta la intrala a tanto numero de nepoti, deliberò di vendere li sui campi che havea in Codevico et trovò chi li comprava a d. (1) 60 il campo et ne potea comprare a d. 6 de paludi che esso sapea che erano trazibili con spesa de d. 4 il campo talché vendea uno campo per ducali 60, et con quello irato ne acquistava cinque et più utili, I’ unde facea uno estremo avanzp. Ma sua mogliere e sua figliola vedendolo in la età de 80 anni e dubitando che in questo retrazere paludi vi lasase la vita che a quelle era molto cara, lo pregorono che non volese fare tal vendila nè tal compreda, et esso per non le descompiacere, così fece, et bora si vede che se si facea a modo suo, che si facea uno grandissimo aquisto. Veramente questo huonio fu di alto inteleto et di perfeto juditio, et non fu superbo et fu ricerchato da molti S.ri che voleano chi farlo dolore, chi conte, chi cavaliere, ma mai non volse ; nè mai volse mangiare in argenti nè vestire pomposamente, nè bavere molli servitori, ma pochi e buon? et li pagava bene, et come era stato servito da uno qualche anno, lo maritava con dote, o che li trovava altro modo di vivere in libertà. Non volse mai gran numero de chavali nè chavali di grande prezzo, ma di mediocre, molto ati alla faticha ; fu il primo che adoperasse il chochio, vedendo che era tanto comodo e tanto presto; fu huoino molto spedito in le sue alioni, et quello che bisognava fare uno dì, non scorea allo altro, et fu molto nemico allo olio e del giocare a carte ho a dati per pasare tempo lo pa-sava in legere e scrivere, l’unde scrisse molli tratati tuli giovenili; il p.° de lavila sobria; il 2.° quello de le aque per conservalion de la sua patria e di redure paludi; il 3.” quello de la archi-tetura ; il 4.° quello de la agricoltura; il 5.° come la sua patria potea conservare lo stato suo da terra e da mare; il 6.° come Venetia si potea fare più forte e più bella con cresimento de inarata. Fu huomo amorevole et quieto, nè mai esso hebbe contenlione con alguno, non perche non fusse di grando core, che era di grandissimo et lo dimostrò in la sua gioventù, quando fu astreto a dimostrarlo, lo dimostrò. Havea infiniti amici, perche esso amava tuti, et giovava a tuli purché potese, et per giovare dopo morte ancora, comise che lo suo corpo fusse aperto aciochè si conosese che la sua vita sobria havea conservate bene tute le sue interiore. Volse che con lo corpo suo fose sepolte le ossa de molti sui amici, et non volse sepoltura superba. (!) Ducati.